Al momento stai visualizzando Formazione Professionale: Crescita, Consapevolezza e Connessione Umana

Formazione Professionale: Crescita, Consapevolezza e Connessione Umana

La vera formazione non è solo un insieme di corsi o competenze tecniche: è un percorso ampio e strutturato che richiede tempo, investimento e motivazione personale. Significa conoscere meglio sé stessi, migliorare il proprio modo di relazionarsi con gli altri e imparare a muoversi in un contesto sociale sempre più complesso. Solo attraverso una formazione profonda e autentica si può raggiungere un vero benessere professionale e personale. Ne parliamo con il cosmetologo Umberto Borellini.

Affinché ci si possa rapportare in modo positivo nella dialettica quotidiana, è importante avere una carta di conoscenza in più, fondamentale per l’acquisizione di tante altre competenze. Per questo una formazione continua, seria e approfondita, soprattutto delle professioniste della bellezza, è l’asso vincente per fare la differenza in un settore dove, ancora troppo spesso, l’estetista è considerata una professionista con un’istruzione di basso livello.

a crescita personale comporta indubbiamente dei vantaggi applicabili in campo professionale, permettendoci di rintracciare:

  • un criterio oggettivo, nel mare della soggettività, che ci consenta di prendere decisioni con maggiore autonomia e chiarezza, in questa marea di messaggi da parte di improbabili “blogger” e pseudo professionisti;

  • le cause del successo o dell’insuccesso nel lavoro e il relativo fondamento psicologico ad esse connesso.

L’“artigiano-artista-professionista” deve saper racchiudere in sé ed esplicare al momento e nei modi giusti il principio dell’azione, che deve essere rivolta a un preciso fine e non deve essere dispersiva. Nel nostro caso, si persegue la bellezza attraverso un’azione precisa di servizio alla persona.

Prima di approfondire il significato del termine “servizio”, così come vorrei fosse inteso, diventa fondamentale allargare il discorso in termini filosofici più ampi e interrogarsi sull’azione della bellezza e sulla bellezza dell’azione, chiedendosi prima di tutto:
Da dove viene la bellezza? Di quale bellezza stiamo parlando?
Stiamo parlando di una predisposizione di natura, di una natura sensibile e intelligente, da scolpire e perfezionare attraverso l’esperienza.

Belli si nasce, ma anche lo si diventa.

Molti nevrotici sono anche brutti, perché non sono stati capaci di perfezionare la loro profonda essenza.
Attraverso la scuola e la vita, si impara un mestiere. Per qualcuno, esso corrisponde alla necessità di rispondere a una vocazione, a funzione della vita, per una necessità della natura, non per mera costrizione o costruzione sociale.

Di volta in volta, di caso in caso, è molto importante saper individuare la proporzione della realtà dei fatti, per indicare una possibilità concreta del fare creativo.

IL FORMATORE

Il maestro, professore o formatore, qual si voglia, non è solo un erogatore di nozioni, ma una vera guida capace di sollecitare l’alunno a conoscersi meglio interiormente, altrimenti si rischierebbe di modellare i corpi secondo modelli estranei, che non ci appartengono e che ci allontanano dalla nostra individualità.

Il nostro corpo è il frutto di ciò che portiamo inconsciamente dentro di noi.
Non dimentichiamo che, anche se le cure estetiche, le nuove tecniche e metodologie sono provvidenziali, il tutto deve svolgersi parallelamente alla conoscenza del proprio modello psichico per avere buoni risultati.
Per questo bisogna sempre verificare professionisti seri e ben preparati, capaci di accogliere le vere esigenze della persona.

Questo vale anche per i docenti, che a loro volta dovranno sempre ricordare ai propri discenti che la responsabilità maggiore dipenderà dal percorso che i loro clienti intraprenderanno.

Il recupero della nostra unità d’azione è un processo lungo, sul quale, oggi, anche la cosmetologia e l’estetica applicata possono interagire in uno scambio produttivo con la psicologia, ed intervenire in maniera funzionale per l’evoluzione della bellezza.
E un formatore in campo estetico lo deve sempre tenere presente.

I TEMPI DEL SAPERE

Se si impara – e qualsiasi momento della vita può essere giusto per apprendere – bisogna sapere che, per avere un corpo esatto, bisogna essere esatti nella mente.
Molte volte, l’inestetismo è l’aspetto esterno di errori mentali, contro l’organizzazione seria in cui la natura già prevede sé stessa.
Una sorta di auto sabotaggio estetico.

L’educazione in senso lato è un processo necessario e inevitabile, ma direttamente collegato ai soggetti che la propongono: ciò determina la nascita di sovrastrutture che, fisse e fissative, creano i presupposti di ciò che poi chiamiamo “destino”.

Infatti, spesso, a causa del peso preponderante e a volte schiacciante delle sovrastrutture mentali, l’uomo perde il proprio potenziale creativo, ripetendo “copioni” appresi in passato e spesso non più funzionali, nell’attualità, per il conseguimento dei propri obiettivi reali.

In sostanza, si tratta di riequilibrare una pedagogia prestabilita, tendente all’assistenzialismo, con un percorso capace di favorire una maggiore responsabilizzazione dell’individuo.
Da ora in poi, quindi, si dovrà andare oltre.

Il formatore – e chiunque si occupi di estetica – dovrà conoscere e capire le dinamiche psicologiche, per risolvere i rapporti tra inestetismi e disagi psichici, che, a livello psicosomatico, si evidenziano continuamente, e potrà rappresentare un concreto punto di riferimento per dare l’esempio, ovvero la cosa più importante per ogni formatore.