– DI UMBERTO BORELLINI
E anche per quest’anno la GDO (grande distribuzione), la fa da padrona nella vendita di cosmetici a uso domiciliare, come dimostrano i dati di Cosmetica Italia. Ovvio sono lì, in bella vista, costano poco e sono sempre pubblicizzati in TV.
Il problema è che il cosmetico oggi ha potenzialità e caratteristiche che potrebbero affiancarlo a un vero prodotto curativo per la cute, la quale ha bisogno soprattutto di consigli mirati di professionisti istruiti, in grado di effettuare un’anamnesi accurata prima di proporre un prodotto domiciliare. Curare significa anche avere cura, giusto? Come si fa a vendere un solare al supermercato senza spiegare cosa significa SPF, senza individuare il fototipo del cliente, senza valutare la biotipia, senza considerare l’età, senza distinguere un filtro da uno schermo e, in ultimo, senza valutarne anche il suo impatto ambientale? La medesima domanda potremmo porcela anche quando parliamo di deodoranti, detergenti intimi, lozioni antiforfora, shampoo o balsami. Il segreto sta nel far percepire al cliente la vostra cultura cosmetologica. Se questo avviene vi sceglierà e, nella maggior parte dei casi, non starà di certo a guardare l’offerta del mese a scaffale.
Un consiglio professionale sui cosmetici essenziali, quelli tipo deodoranti e detergenti, trainerà anche i prodotti più specifici, di livello superiore.
Quale cassiera di supermercato potrebbe spiegare la differenza tra un deodorante e un antitraspirante? O ancora, le diverse strategie formulative dei detergenti e le differenti tipologie di pelle? Risulta fondamentale, dunque, la conoscenza dell’INCI e della pelle, sottolineando sempre il concetto che il cosmetico migliore è quello che rispetta l’intelligenza cutanea.
L’estetista in generale deve sfruttare a suo favore la sua professionalità e il suo ruolo consulenziale.
In cabina l’estetista utilizza prodotti accuratamente selezionati, come migliori ed efficaci, per amplificare il risultato del proprio lavoro manuale, anche se la percezione da parte del consumatore sarà sempre un po’ sfumata, poiché la perizia e la bravura tenderanno ovviamente a ridurre la funzionalità del cosmetico. Invece è il prodotto domiciliare la vera sfida, anche per il bilancio economico della propria attività. È sempre molto frustrante vedere il cosmetico venduto dai centri estetici in ultima posizione dei di tutto il settore beauty. Il messaggio che deve passare alla propria clientela è far capire che la pelle rappresenta le pareti della nostra “casa-corpo”, il nostro abito, un organo intelligente, vitale, fisiologicamente importantissimo. Oggi la smania di apparire porta le persone, influenzate anche da un’industria che spesso è la prima a non considerare questa intelligenza, a sottovalutare e trascurare il valore dell’essere naturale.
Purtroppo, oggi, molti prodotti cosmetici che invadono il mercato (globalizzato) sono formulati secondo strategie tendenti a economizzare sulle materie prime. Queste, di origine sintetica, non rispettando la fisiologia della cute possono spesso provocare sensibilizzazioni, allergie e dermatiti varie.
Va anche sottolineato che, a differenza dei farmaci, i cosmetici vengono utilizzati quotidianamente (e la quotidianità è già un indicatore di notevole importanza): la persona, nel prendersi cura di sé ogni giorno, attiva meccanismi di solito automatici, ma in realtà molto determinanti, anche in senso psicologico. Ne consegue che l’uso di creme, sieri, deodoranti e detergenti dovrebbe sostanziarsi in una più profonda consapevolezza per sensibilizzare il consumatore a utilizzare le formulazioni migliori per loro.
Risoniamo quindi alla base: è indispensabile per ogni professionista della bellezza studiare e capire meglio il cosmetico, almeno partendo dalla lettura dell’I.N.C.I. (International Nomenclature Cosmetics Ingredients). Questo rappresenta un importante passo avanti in quanto le performances, spesso fantasiose degli scorsi anni, lasciano il passo ad una maggiore scientificità, verificabile di volta in volta, ponendo attenzione a ciò che si utilizza. E chi meglio delle professioni nobili in quanto utilizzo quotidiano di cosmetici, potrebbero influire sulle vendite?
Il paradosso “fantacosmetico”
L’offerta professionale, a mio parere, dovrebbe trascendere dai messaggi emozionali su cui fa leva la cosmesi del lusso per lasciare spazio a proposte sempre più scientifiche e sostenibili. Caviale, pagliuzze d’oro, perle oceaniche, ostriche dell’Alsazia, olio di visone sono solo strategie di una cosmetologia che subisce, da sempre, le influenze legate alle mode e all’impatto emotivo che ingredienti esotici ed evocativi hanno sui consumatori. Orbene, se per canali quali la GDO e la profumeria questo tocco di fantasia può anche essere funzionale, quantomeno a livello psicologico (prodotto prezioso = prodotto speciale), in campo professionale le virtù delle sostanze funzionali presenti in un cosmetico devono essere assolutamente scientifiche, razionali e comprovate. Ecco forse l’unica reale interpretazione del tanto abusato neologismo “cosmeceutico”, che in realtà non esiste, ma potrebbe invece essere una formulazione con sostanze presenti anche nella Farmacopea, ma consentite in ambito cosmetologiche.
Retinolo, Acido Ascorbico, Acido Lipoico, Acido Ialuronico, Caffeina, Escina, Esperidina, Resveratrolo, Tocoferolo e fitoestrogeni sono solo alcuni tra i principi attivi presenti sia in prodotti cosmetici che quelli medicali. La loro compatibilità e sicurezza li rende utilizzabili anche in cosmetologia, a differenza di altri attivi di esclusivo utilizzo farmacologico. Inoltre, in campo professionale è auspicabile una maggiore sensibilità anche a livello di eco-compatibilità ed eco-sostenibilità, dando più spazio a formulazioni naturali e meno inquinanti.
L’anallergicità è ovviamente un’utopia, ma la tendenza quantomeno alla ipoallergenicità è sicuramente auspicabile.
Per concludere, è risaputo che un’azione sinergica data dalla commistione di più fattori, esplica il suo effetto in modo più efficace e quantitativamente rilevante della semplice somma delle singole parti. Così sarà anche per la cosmesi professionale, una volta che gli operatori avranno sperimentato questo approccio, inevitabilmente aumenterà di molto l’efficacia del trattamento e di conseguenza la soddisfazione del cliente finale. Le premesse sono incoraggianti e i risultati arriveranno di sicuro!