La professionista dell’estetica ridefinisce il concetto di bellezza, grazie a un approccio più fluido e all’ascolto dei bisogni reali di ogni cliente.
La cura della propria persona è, ormai da tempo, un bisogno che coinvolge tutti, senza distinzione e, sempre di più, il desiderio di sentirsi a proprio agio e “belli” è pressoché lo stesso, sia per l’uomo che per la donna. Ognuno nella propria unicità, siamo molto più uguali che diversi. In quest’ottica è importante, per noi professioniste del settore, superare i conetti preconfezionati e andare oltre al classico approccio “di genere”, per concentrarci così sui reali bisogni del nostro cliente, senza lasciarci condizionare dal genere di appartenenza. Non possiamo tralasciare, in questa logica di fluidità, che ci sono anche le esigenze di chi, non riconoscendosi nel proprio corpo, affronta un momento di transizione o aspira a una bellezza diversa da quella che già gli appartiene.
Il punto fondamentale, per noi estetiste, è aiutare le persone a vivere il proprio ideale di estetica intesa come bellezza filosofica che unisce corpo, anima e mente, qualsiasi esso sia, senza omologare, permettendo loro di poter esprimere il proprio Sé. È importante trasmettere, alla persona che si rivolge al nostro istituto, la consapevolezza che ha di fronte una vera professionista, che lavorerà con lei/lui per lo stesso obiettivo, senza giudicarla, valutarla o collocarla in una categoria prestabilita. Durante l’anamnesi personale e familiare, ma anche in seguito, nel corso delle sedute di trattamento, è necessario carpire e interpretare in modo corretto e competente i segni che ci vengono trasmessi; che siano essi visivi o che siano verbali o non verbali. Il farlo può fare la differenza tra il rendere felice e soddisfatto il nostro cliente oppure no. Spesso questi segni sono legati a una certa forma corporea, frequentemente dismorfica, a una postura, a un atteggiamento emotivo nel tentativo di raggiungere il proprio obiettivo.
Dobbiamo altresì sottolineare come l’ambiente che ci circonda e l’evoluzione, che ha portato l’uomo e la donna a svolgere ruoli e mansioni molto simili, abbiamo mescolato quelle che un tempo erano caratteristiche specifiche per ognuno di loro. La società attuale ci ha portati a uno stile di vita che influenza in maniera importante la produzione e l’equilibrio ormonale. Basta pensare all’alimentazione, spesso scorretta e veloce, alla poca attività fisica e alla tensione nel vivere il lavoro e la quotidianità: tutte variabili che influenzano il generale stato di equilibrio psicofisico.
È facile così avere, ad esempio, un’eccessiva presenza di estrogeni – responsabili, tra le altre cose, dell’aumento della ritenzione idrica e della xerosi cutanea – così come un’iperproduzione di cortisolo (ormone dello stress) che favorisce l’accumulo di adipe o di testosterone che facilita la comparsa di acne o peli in eccesso. Sulla base di quanto esposto, per poter trattare il nostro cliente in maniera corretta e professionale, durante la fase diagnostica può essere utile approfondire aspetti quali:
• cure ormonali in corso o pregresse
• reazioni del corpo durante e dopo tali terapie
• trasformazioni corporee passate (durante vari momenti della vita)
• emozioni e sensazioni vissute in tali fasi
• quale parte del corpo apprezza di più
• quale parte del corpo apprezza di meno • qual è l’ideale di bellezza che si vorrebbe raggiungere.
Sentirsi accolti in un ambiente confortevole, con operatrici che individuano gli inestetismi, non soffermandosi semplicemente al come si manifestano, ma andando a fondo e cercando di capirne le cause, permette al cliente di vivere le sedute di trattamento come una vera e propria esperienza cucita su misura per lui. Qualcosa di unico… esattamente come lui.
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