di Perlita Vallasciani
Abbiamo detto che l’evoluzione del settore richiede un cambiamento anche da parte delle operatrici del settore, che l’estetista oggi ha assunto un ruolo sociale, che i suoi servizi debbono andare al di là del semplice trattamento e guardare al benessere della persona e alla qualità della vita.
Abbiamo parlato di alta formazione, ma la formazione di base è sotto accusa. Ecco il parere di Perlita Vallasciani, Presidente Consiglio Nazionale Estetica di CNA
Purtroppo anche per quest’anno la formazione resterà con gli stessi programmi di sempre, con le stesse modalità di accesso alla qualifica professionale di oltre trent’anni fa, con un aumento esponenziale di proposte formative da parte di enti privati accreditati alle Regioni, dai Centri Formazione Professionale che, con progetti di sussidiarietà, erogano formazione in estetica per concludere il percorso dell’assolvimento dell’obbligo scolastico, con gli Istituti Professionali di Stato che, per ridurre la dispersione scolastica e facilitare l’inserimento delle giovani nel mondo del lavoro, propongono trienni e talvolta quadrienni formativi in operatore del benessere ad indirizzo estetico passando per l’assolvimento dell’obbligo scolastico con il cambio d’indirizzo di qualifica in tutt’altro settore, il che scoraggia chi è seriamente intenzionato a proseguire studi in materia di estetica.
Tutto questo incide negativamente sulla formazione di base e il risultato è che un settore in crescita come il nostro, perde di credibilità rispetto ad altre categorie che hanno percorsi formativi diversamente strutturati e riconosciuti.
Inoltre questa scarsa preparazione permette il forte dilagare di un fenomeno che fa male alla crescita sana del mercato dell’estetica, che alimenta l’improvvisazione e la concorrenza sleale e mette a rischio la salute delle persone: l’abusivismo.