di Umberto Borellini
A volte truccare è sinonimo di “barare”, “ingannare” … beh, che c’è di male a voler essere più belli di quello che si è già? L’importante è che i prodotti da trucco non siano… “truccati”!
Il trucco o “make-up” ha un senso estetico, decorativo, correttivo e, perché no, anche artistico. Oggi si parla molto di “flash cosmetology” e sicuramente poter effettuare un make-up, anche leggero, alla fine di un trattamento, rappresenta quel tocco di magia veloce che potrà sorprendere la vostra cliente.
Molto spesso questo settore della cosmesi è stato giudicato troppo effimero per essere affrontato con la dovuta serietà professionale; in realtà, può essere considerato l’anello di congiunzione tra la cosmetologia, che permette di ottenere un prodotto qualitativamente valido e compatibile alla struttura della nostra cute, e la sensibilità artistica. L’utilizzo del colore e del segno pittorico e la possibilità, per mezzo di questi, di “trasformare” le persone, affascina da millenni l’umanità.
I possibili rischi dei cosmetici
Ma i trucchi di oggi possono essere pericolosi? Possono fare male alla pelle? Sicuramente no, ma come tutti i prodotti per la pelle vanno scelti correttamente secondo la tipologia epidermica del soggetto.
Anzi, il fondotinta, può svolgere anche una funzione protettiva e antiaging , contenendo un leggero filtro, che fa scudo all’azione foto indotta dalla luce e dai raggi U.V., nonché attivi idratanti e antiossidanti. È bene sapere che anch’essi, come tutti i cosmetici, sono disciplinati dal NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO, che stabilisce quali sostanze possono essere utilizzate e quali no, oppure quelle consentite solo in determinate quantità. La legge è volta a difendere la salute del consumatore: non è concepibile, infatti, che a un uso appropriato di un cosmetico, come un trucco, si accompagni un danno all’utente. Il direttore tecnico di produzione, è garante nell’osservanza di tale legge.
Se i cosmetici da trucco vengono utilizzati correttamente, non sono dannosi; possono, a volte, causare reazioni di intolleranza dovute a una situazione soggettiva di sensibilizzazione allergica, ma questo vale per tutto ciò che può venire a contatto con la pelle, da una maglietta a uno shampoo.
Soffermandoci in particolare sui coloranti usati nel trucco, esistono tre possibili “livelli di rischio”:
- Ombretti, matite, mascara, fard, fondo tinta e ciprie contengono solo pigmenti inorganici che non possono penetrare nella pelle e quindi creare intolleranze. Il rischio è praticamente nullo. Eventualmente è possibile riscontrare sensibilizzazioni a causa di conservanti o profumi, in un fondotinta cremoso.
- Rossetti e smalti per unghie contengono anche “lacche colorate” (coloranti organici resi insolubili e che quindi non penetrano nei tessuti).
- Eventuali rischi di allergia vanno al limite ricercati negli altri componenti (profumi per rossetti, solventi per le lacche).
Spesso viene dato risalto al fatto che i prodotti da trucco venduti in farmacia siano maggiormente controllati, anche sotto l’aspetto di una ridotta capacità sensibilizzante, e talora sono venduti come “ipoallergenici”. Il termine è vago e significa poco. Chiunque può essere sensibile a qualche sostanza. La legge prevede la descrizione sulle confezioni di tutti gli ingredienti in ordine decrescente. Le persone che sanno di essere allergiche a qualche sostanza hanno buone possibilità di non mettersi nei guai. Un buon trucco si può acquistare ovunque, ma il consiglio di una brava estetista che ha imparato l’arte del trucco non si può cercare al supermercato!
Alcuni pigmenti in cosmesi
Gli ossidi di ferro trovano impiego nella cosmesi decorativa, (ombretti, rossetti, ciprie, fondotinta, etc.) si tratta in genere di polveri che possono avere colorazioni diverse, come il ferro ossido giallo di colore giallo-bruno e il ferro ossido rosso utilizzati quali pigmenti colorati. Altro pigmento naturale, bianco, di grande interesse è il biossido di titanio . È un minerale presente in natura in molte strutture polimorfe come Rutilio, Ottaedrite, Brookite, Ilmenite , ciascuna con diverso grado di durezza. La forma Rutilio è quella compatta, assicura un maggior potere coprente e il suo largo impiego a vari livelli deriva anche dal fatto che il biossido di titanio possiede una elevata stabilità.
Ma il più noto tra i pigmenti e ancor oggi quello più in uso è senza dubbio l’ossido di zinco , noto agli addetti ai lavori anche con altri sinonimi, come fiori di zinco, bianco di zinco, o lana filosofica. È una polvere bianca, inodore, insapore e amorfa. Le proprietà dell’ossido di zinco sono talmente ampie che risulta persino difficile elencarle tutte.
Tra i limiti di impiego di creme o, ancor più, di paste all’ossido di zinco sono da considerare il marcato effetto coprente e biancante tipici della sua granulometria e della opacità delle particelle. Riducendo notevolmente le dimensioni – è il caso della micronizzazione – si ottiene un prodotto che offre una superficie di assorbimento molto più estesa, una spalmabilità più immediata e senza alcuna traccia di quel film biancastro che in molte circostanze ne limitava l’utilizzo.
Già da molti anni, dunque, è possibile utilizzare creme con elevata percentuale di ossido di zinco micronizzato anche sul viso e sulle parti più esposte della superficie cutanea senza alcun problema di carattere estetico, e senza rinunciare all’azione idratante, cheratoplastica e antisettica; il tutto grazie ad un unico ingrediente. Altri vantaggi derivano dalle sue proprietà fisiche, che consentono di riflettere i raggi ultravioletti al punto da essere considerato un eccellente filtro UVA e UVB.
Attraverso la lettura dell’INCI il professionista potrà selezionare il prodotto migliore. Io ad esempio, come cosmetologo e non come make-up artist, eviterei prodotti con i parabeni, eviterei i profumi (che mi importa avere un fondotinta profumato che magari si trascina dietro 10 allergeni?) e soprattutto, eviterei i pigmenti nano. Un buon prodotto per truccare deve avere colori che rimangano in superficie, non mi interessa averli in circolo!