Questa tecnica non è appannaggio esclusivamente maschile. La tricopigmentazione, infatti, rappresenta una soluzione al diradamento dei capelli anche per il pubblico femminile.
I problemi di calvizie affliggono sia gli uomini che le donne, essendo dovuti a cause diverse. In particolare nelle donne il fenomeno si manifesta nel periodo post-gravidico e si presenta con un effluvium (caduta) dopo 2 -3 mesi dal parto. Tende a risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi, derivando principalmente dalla decisa caduta degli estrogeni e dall’azione della prolattina associate allo stress del momento. Con l’avanzare dell’età comunque, è frequente anche nelle donne una progressiva miniaturizzazione e superficializzazione dei follicoli dei capelli. Conseguentemente anche la chioma femminile si avvia ad essere meno folta. Nell’uomo la gravità della calvizie aumenta con l’età e colpisce maggiormente la zona fronto-temporale e il vertice. Nelle donne si presenta un affusolamento diffuso della corona ma con mantenimento dell’attaccatura frontale. Si possono evidenziare tre principali forme di perdita di capelli: una diffusa con assottigliamento della corona frontale e attaccatura conservata; un’altra che si mostra con un assottigliamento e ampliamento della parte centrale del cuoio capelluto; una terza forma in cui è presente un diradamento associato a recessione bitemporale. La tricopigmentazione rappresenta una soluzione al diradamento dei capelli anche per il pubblico femminile.
Leggi anche l’articolo Pigmenti da tatuaggio, facciamo chiarezza
L’applicazione di questa tecnica su capello lungo, prende il nome di Dermatoppik. Il nome deriva da un famoso cosmetico usato in casi di diradamento. Questo genere di prodotti serve a simulare maggiore densità di capelli e a scurire la cute per camuffare il diradamento. La loro composizione è a base di fibre cheratiniche e presenta diverse tonalità. Una volta applicate sul capo, si attaccano elettrostaticamente al capello rendendolo più spesso e, quindi, più coprente. La quantità che non riesce ad aderire perfettamente, inoltre, si deposita sul cuoio capelluto donando, appunto, l’effetto coprente desiderato. Il Dermatoppik consente di ottenere solo lo scurimento della cute, senza ispessire il capello. Con la tricopigmentazione è come se riuscissi a spingere il toppik, ossia il pigmento da dermopigmentazione, nel derma, evitando, oltretutto, rilasci indesiderati su cuscini, asciugamani e similari. Questa tecnica è applicabile in caso di diradamento circoscritto e con capelli lunghi almeno 2 cm. Ecco perché si sposa benissimo con il pubblico femminile. Negli uomini infatti, il diradamento è sovente progressivo e veloce e si tende con maggior felicità a rasare i capelli prediligendo così l’altra tecnica di tricopigmentazione, detta appunto “effetto rasato”, o “Bounce”.
Leggi anche l’articolo Il futuro della dermopigmentazione in Italia
Questa tecnica è applicabile in caso di diradamento circoscritto e con capelli lunghi almeno 2 cm.
Il Dermatoppik è più invasivo. Tecnicamente si realizza con degli short hair che vanno a comporre una sorta di reticolato ad “Y”, al fine di realizzare una texture coprente ma non omogenea e piena. Per questo motivo bisogna appurare preventivamente con la cliente quale sia il verso dei capelli circostanti, in modo da adeguarsi con il verso di realizzazione del trattamento. Il servizio di tricopigmentazione adattato al pubblico femminile è uno di quegli interventi che, a mio avviso, fanno avvertire il beneficio ancor prima di sentirne il bisogno. Mi spiego meglio. Per bisogno si intende un malessere derivante da qualcosa che manca ed è indispensabile. Ecco, questo disagio lo ravviso forse più negli uomini che subiscono un forte disagio psicologico al manifestarsi della calvizie. Per le donne la vedo diversamente. È come se la donna fosse “abituata” e preparata a vedersi con i capelli meno folti e rigogliosi con il passare del tempo. È più portata forse a curare la pelle, il corpo, attenuare le rughe… rassegnandosi a una chioma meno folta.
Leggi anche l’articolo La dermopigmentazione diventa tridimensionale