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TPO vietato da settembre 2025: cosa cambia per i prodotti unghie

Dal 1° settembre 2025 l’uso del TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide) nei prodotti per unghie è vietato in tutti i saloni dell’Unione Europea. La decisione deriva dalla classificazione CMR (tossicità riproduttiva 1B) prevista dal Regolamento Cosmetico Europeo. In realtà, il provvedimento non nasce dal settore nails, ma da preoccupazioni legate al packaging alimentare, in particolare per il rischio di migrazione della sostanza a contatto con il cibo.

Un’interpretazione normativa che ha colpito duramente l’intero comparto nails, pur non essendoci evidenze di pericolosità per l’uso cosmetico.

Marta Codato

A cura di Marta Codato – International Pronails Trainer

TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide): le applicazioni

Nessuna correlazione diretta con il settore nails, dove è stato usato per anni senza incidenti né segnalazioni cliniche. Il TPO è un fotoiniziatore molto efficiente, ed è grazie a lui che i prodotti per unghie polimerizzano in lampada: la molecola si trasforma completamente e resta intrappolata nella rete polimerica. Non evapora, non migra, non tocca la pelle. Se ne restano tracce, sono inferiori allo 0,1%. È il miglior fotoiniziatore per lampade LED/UV: garantisce una polimerizzazione rapida e profonda, indispensabile nei gel pigmentati e coprenti.

Ma è anche difficile da gestire: è una polvere instabile, poco solubile, e richiede laboratori specializzati. Solo i produttori con conoscenze avanzate hanno potuto impiegarlo. Al contrario, molti brand minori hanno usato da sempre miscele più semplici, meno costose e già prive di TPO, non per scelta etica, ma per limiti tecnici.

Nel 2014, il Comitato Scientifico Europeo (SCCS) lo ha ritenuto sicuro fino al 5% per uso professionale, una percentuale molto maggiore rispetto a quella realmente utilizzata nei prodotti. Perché allora il divieto?

Perché il Regolamento Cosmetico Europeo vieta automaticamente le sostanze classificate CMR. L’esistenza di alternative come il TPO-L ha reso tecnicamente inevitabile il divieto. Ma sostituire il TPO non è affatto semplice: le alternative sono meno reattive alla luce LED e richiedono una riformulazione completa. Serve creare nuove sinergie tra ingredienti e sottoporre le formule a test rigorosi su viscosità, trasparenza, tempi di polimerizzazione e sensazione di calore. È possibile ottenere le stesse performance anche senza TPO, ma solo con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo. Senza questo impegno, il rischio è di formule instabili, che non polimerizzano correttamente e aumentano la possibilità di reazioni allergiche. Eliminare un ingrediente è facile. Sostituirlo bene è un’altra storia. Ed è qui che i brand professionali e seri fanno la differenza

Il divieto: normativa e implicazioni

In alcuni casi, i nuovi prodotti Tpo-Free possono presentare un leggero ingiallimento iniziale nei colori chiari, che sparisce in poche ore. In compenso, le alternative permettono ai prodotti di ingiallire meno e di avere una maggiore stabilità del colore più a lungo. Il vero danno per il settore si è concretizzato il 17 Giugno 2025, quando, durante la riunione PEMSAC, una nuova interpretazione della norma ha esteso il divieto anche all’utilizzo nei saloni a partire dal 1° Settembre 2025.

In assenza di questa decisione, nulla sarebbe accaduto ai centri estetici. Di norma quando ci sono questi divieti, viene concesso un tempo congruo per lo smaltimento delle scorte. La cosa ancora più grave è che in Italia, questa notizia è giunta solo il 26 Giugno 2025. Senza una fase di transizione, i saloni si sono trovati a dover buttare prodotti conformi fino al 31 Agosto 2025, e divenuti vietati dal giorno successivo. Questo è stato il grande errore normativo. L’estensione del divieto all’uso ha annullato i due mesi su cui i produttori contavano per completare l’adeguamento: la transizione ai TPO-free è di fatto diventata immediata.

Nel silenzio delle istituzioni nazionali, molti brand si sono trovati soli a gestire la comunicazione, subendo accuse, critiche e pretese sproporzionate. Ma chi ha saputo agire con tempestività, trasparenza e competenza, è anche chi oggi può offrire garanzie solide per il futuro. In un momento delicato come questo appena passato, sarebbero serviti meno allarmismi, meno opinioni personali e più informazione qualificata.