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Speciale impegno nel sociale – Estetica oncologica: cos’è il burnout della professionista e come affrontarlo

Quando prendersi cura degli altri richiede più forza di quanto immaginiamo

A cura di Angela Noviello – Direttore OTI Italy

L’estetista professionista specializzata in estetica oncologica ricopre un ruolo molto speciale e unico. Non si tratta solo di trattamenti estetici, ma di un percorso che accompagna i pazienti attraverso un momento difficile della loro vita. Ogni giorno, l’estetista ha la responsabilità di prendersi cura del benessere fisico e psicologico dei pazienti oncologici, che affrontano battaglie dolorose e fragili. Tuttavia, questo impegno può portare a un tipo di burnout che è strettamente legato al lato emotivo e psicologico del lavoro. Il burnout in estetica oncologica non è causato semplicemente da un sovraccarico fisico, ma deriva dall’intensità emotiva del lavoro che comporta in qualche caso l’assunzione del dolore altrui. Il trattamento estetico in oncologia non è solo una questione di tecnica, ma un’esperienza che coinvolge anche una sfera emotiva profonda. L’estetista professionista deve essere preparata a gestire non solo le alterazioni estetiche causate dai trattamenti medici, ma anche le difficoltà psicologiche dei pazienti. Questo continuo coinvolgimento emotivo può facilmente sfociare in burnout, a meno che non venga gestito con cura. Le professioniste che lavorano con pazienti oncologici si trovano a vivere quotidianamente momenti di grande fragilità. Ogni giorno, ascoltano storie di dolore, di lotte, di speranze, e tutto questo, purtroppo, diventa parte del loro bagaglio emotivo

Cos’è il burnout in estetica oncologica e come si manifesta

Il burnout in estetica oncologica si sviluppa lentamente, ma diventa visibile quando l’estetista non riesce più a mantenere il giusto equilibrio emotivo. L’intensità del contatto con i pazienti in un periodo di grande sofferenza può generare una condizione di esaurimento emotivo che porta la professionista a sentirsi stanca, svuotata e incapace di continuare a dare il meglio di sé. La differenza rispetto ad altri tipi di burnout è proprio questa: qui il coinvolgimento emotivo è talmente forte che può trasformarsi in una “esaurimento psicologico” che non si limita solo al lavoro, ma permea ogni aspetto della vita personale. La difficoltà di staccarsi dal lavoro può far sì che il burnout diventi sempre più evidente. Le professioniste, infatti, possono sentirsi sopraffatte dal dolore dei pazienti e non riuscire più a gestire correttamente le proprie emozioni, entrando così in un circolo vizioso che minaccia la loro serenità. Il segnale più evidente del burnout in estetica oncologica è la sensazione di vuoto emotivo, che si traduce in una difficoltà a provare soddisfazione o a entrare in contatto con il paziente. Quando questo accade, non si tratta più di semplice stanchezza, ma di un esaurimento che richiede un intervento immediato per non compromettere né la qualità del lavoro né la salute mentale della professionista.

Le cause del burnout specifico per l’estetista oncologica

Quando si parla di burnout in estetica oncologica, le cause non sono solo il carico di lavoro o la mancanza di riposo fisico, ma sono anche legate all’intensità emotiva che accompagna ogni singolo trattamento. I pazienti oncologici, che si trovano a vivere un’esperienza di sofferenza profonda e, spesso, di solitudine, cercano nella loro estetista non solo un trattamento estetico, ma anche un supporto emotivo che possa aiutarli a sentirsi meno soli nel loro percorso. Questo continuo scambio di energia emotiva tra paziente e professionista può facilmente sfociare in un esaurimento psicologico, se la professionista non è preparata o supportata adeguatamente. Inoltre, una delle cause principali del burnout in estetica oncologica è che l’estetista può essere contattata dalla cliente (paziente oncologica) anche dopo l’orario di lavoro, creando una sensazione di “mancanza di via d’uscita”. La disponibilità emotiva richiesta in questi casi non si limita alle ore di trattamento, ma può estendersi durante tutta la giornata, con la cliente che cerca supporto emotivo o domande fuori dal contesto professionale. Questo tipo di coinvolgimento, che va oltre il trattamento tecnico, fa sì che l’estetista non riesca mai a staccare veramente dal lavoro. Il confine tra la vita privata e quella professionale si sfuma, contribuendo a un sovraccarico emotivo che, se non gestito correttamente, può portare a una perdita di motivazione e passione per il proprio lavoro

Come prevenire il burnout e gestire lo stress emotivo

Prevenire il burnout in estetica oncologica è fondamentale per il benessere delle professioniste e per la qualità del lavoro che offrono. In primo luogo, è essenziale riconoscere i segnali di affaticamento emotivo e adottare strategie per gestirli in modo efficace. Le estetiste devono imparare a stabilire dei confini emotivi chiari, separando il loro coinvolgimento dal dolore dei pazienti, senza perdere l’empatia che rende il loro lavoro speciale. Il trucco è imparare ad accogliere i pazienti senza esserne travolte, mantenendo un sano distacco emotivo. Inoltre, l’autocura gioca un ruolo cruciale nella prevenzione del burnout. Le professioniste devono concedersi tempo per sé stesse, per rilassarsi e rigenerarsi. Fare pause regolari durante la giornata, praticare attività fisiche o mentalmente rilassanti, come yoga o meditazione, sono tutte tecniche che aiutano a mantenere l’equilibrio psicologico. Un altro strumento fondamentale per la prevenzione del burnout è la formazione continua. I corsi OTI sono un esempio di come l’aggiornamento professionale non debba essere visto come una fonte di stress, ma come un’opportunità di crescita. I corsi OTI non solo forniscono competenze tecniche avanzate, ma insegnano anche come gestire le emozioni legate al lavoro. I moduli specifici per l’estetica oncologica, inoltre, offrono strategie pratiche per prevenire il burnout e garantire che le estetiste possano continuare a lavorare con passione e competenza, senza compromettere la propria salute mentale