Di Umberto Borellini
Ho ripescato un articolo di 17 anni fa, che rileggendo, penso contenga la risposta cosmetologica alle domande che tutte le professioniste dell’estetica si stanno ponendo questo drammatico periodo. “come ripartiremo?”
Non ho le risposte a tutti i dubbi e ai quesiti, ma dal punto di vista cosmetologico, credo che due saranno le vie: la scientificità e la polisensorialità delle formulazioni, in altre parole Cosmeceutica e Neurocosmesi.
2003 – “Il Cosmeceutico è un termine coniato dal dermatologo americano Albert Kligman e rappresenta un intermediario linguistico che descrive prodotti a metà strada tra cosmetici e farmaci. In realtà in Cosmetologia questa categoria non esiste, in quanto un prodotto o è un farmaco, e come tale deve essere prescritto dal medico e approvato dal Ministero con la procedura specifica dei prodotti farmacologici, o è un cosmetico, per cui non richiesta la prescrizione medica.
La Legge 713 definisce i cosmetici preparazioni diverse dai medicinali e prive di finalità terapeutiche. Si è voluto così sottolineare i confini che separano i due mondi per non creare equivoci. Tuttavia, a volte, i confini sono molto labili: prendiamo, ad esempio, il Minoxidil, un farmaco per la pressione in grado anche di svolgere attività tricogena e, quindi, estetica. In questo senso, potrebbe essere considerato un cosmeceutico. In realtà è comunque soltanto un farmaco. Il Retinolo (Vitamina A), è presente in molte formulazioni cosmetiche, in quanto svolge funzioni compatibili alla definizione di cosmetico. Nulla però vieta che una crema dermatologica lo possa contenere. La forma acida del Retinolo (Acido Retinoico), invece, è considerata a pieno titolo un farmaco. Diversa è la situazione di alcuni ingredienti vegetali, come l’Escina, glucoside dei semi dell’Ippocastano che può essere presente indistintamente nei cosmetici, o come quelli contro la cellulite, o nei farmaci, come in quelli per la prevenzione dei disturbi alle vene, così come la Caffeina, presente nei diuretici, in molti analgesici e, in cosmetologia nei prodotti coadiuvanti nel trattamento della cellulite. Possiamo quindi considerare i Cosmeceutici come cosmetici turbo, ma proprio per le loro caratteristiche altamente funzionali devono essere sempre consigliati e spiegati da professionisti preparati che conoscano la cosmetologia e la dermatologia.”
Morale? Alla riapertura si presenteranno 2 mondi, quello della GDO, dove tutto è a portata di scaffale, con offerte continue, tessere punti, consegne a casa gratuite, confezioni sempre più emozionali e colorate. Prezzi accessibili e formulazioni comunque dignitose, poichè le multinazionali che producono i prodotti per i supermercati, spesso lo fanno anche per le farmacie e le profumerie, per cui a nessun laboratorio converrà più fare prodotti scadenti. Il rischio per i professionisti dell’estetica sarà quello di rimanere relegate all’estetica artigianale, perdendo la potenzialità di proporre i ‘’propri prodotti’’ quelli del settore professionale. Per cui avanti tutta con la cultura cosmetologica, quella che nessuna cassiera di supermercato o addette al bancone potranno mai trasmettere. Certo, il prodotto da selezionare sarà bello, profumato, burroso e pannoso, avvolgente e sensoriale… ma soprattutto scientifico, validato, razionale, per le consumatrici post Covid-19, sempre più attente, precise e informate. Quindi importantissimo approcciare senza timori la Cosmeceutica, la cosmetica dei fatti e la Neurocosmesi, ovvero la cosmetica dei sogni, sogni scientifici però.
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fici però. NEUROCOSMESI Alcune cellule epidermiche producono neuro-mediatori e ogni stimolo esterno percepito a livello cutaneo produce un messaggio che, attraverso varie tappe, arriva al cervello. Ecco perchè sotto l’effetto dello stress compaiono alcune dermatosi, quali eczema e psoriasi, ma anche altre reazioni, quali la sudorazione, la iper-produzione di sebo, la vasodilatazione e la pigmentazione. La Neurocosmesi ricerca applicazioni che influenzino la fisiologia cutanea, al di là delle classiche sostanze funzionali presenti nei prodotti. Ad esempio, alcune formulazioni sono in grado di stimolare la produzione di Dopamina, un neuromediatore in grado di assicurare la comunicazione tra i neuroni e di aumentare la percezione di sensazioni piacevoli. A livello cutaneo e delle mucose provvede anche al corretto apporto di nutrienti migliorando la microcircolazione e di conseguenza la funzione barriera della cute stessa. Al fine di migliorare lo stato della cute anche la profumazione, la texture e la colorazione possono apportare una rapida sensazione di benessere: ecco spiegata la tendenza a studiare l’analisi sensoriale a livello cosmetico.
Il futuro si orienta verso la formulazione di prodotti attivi, oltre che sulla pelle, anche sulla mente dei consumatori. Il piacere provato applicando una crema morbida e profumata è immediato e determina la secrezione di endorfine, considerate sostanze simili agli oppiacei, o anche ai derivati della canapa.
Praticamente parliamo di …Psicocosmesi!