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Nuove carriere: estetista cosmetologa

Oggi i social media sono diventati un luogo virtuale di incontro e ritrovo per gli utenti che sono alla ricerca di novità in campo cosmetico. A questa richiesta rispondono influencer senza contenuti di qualità, ma solo capaci di stimolare l’acquisto di chi segue con argomentazioni superficiali. È arrivato il momento che l’estetista prenda coraggio e – anche sul web – diventi figura di riferimento importante in ambito cosmetologico.

Di Umberto Borellini - Cosmetologo

L’estetista cosmetologa, promotrice di una giusta cosmetica attraverso un linguaggio appropriato e consapevole è un sogno che potrebbe scuotere lo stagnante universo estetico odierno, orientato da improbabili esperti e influencer, a loro volta influenzati da chi li sponsorizza, fatto (quasi sempre) di vuoti a perdere. Vasetti vuoti di contenuti “cosm-etici”, operatori vuoti di contenuti “est-etici” soppiantati ormai da blogger che alternano una marchetta sulla pizzeria vegana, a un prodotto vegano a base di bava di lumaca e di Collagene, con – per finire – una foto del loro cane (ovviamente vegano).

L’estetista realmente esperta di cosmetici, ovvero i suoi strumenti di lavoro, parte da una formazione che si avvicina sempre più ad un liceo della bellezza, al fine di dare allo studente che sceglie questo percorso la stessa dignità di altre scuole “professionali” come il geometra, il ragioniere o il maestro. L’operatore di bellezza è un geometra, anzi un architetto di proporzioni quando studia un viso e la pelle; è “archistar” quando disegna un trucco che esalti la bellezza del proprio cliente; è ragioniere quando studia le strategie commerciali e gli investimenti da fare per la propria attività; è maestro quando sa riconoscere un inestetismo e trattarlo al meglio con tecnica e professionalità. Ma non solo: è anche psicologo perché consapevole che decine di inestetismi hanno un’origine profonda, spesso dettata da disagi psichici e fattori emozionali.

La psicosomatica è essenziale per comprendere i  messaggi che la pelle manda all’esterno, soprattutto quando il cliente li comprime

Il professionista con la P maiuscola è orgoglioso (proud to be) della sua cultura, in grado di distinguere l’inestetismo dalla patologia e ha l’intelligenza per indirizzare al medico le persone che presentano dei problemi evidenti, anche tenendo in considerazione che la pelle – a differenza degli altri organi – i problemi li esprime alla luce del sole. I cosmetici, spesso si conoscono soltanto attraverso il disco vendita di rappresentanti che (giustamente) vogliono far aumentare il fatturato delle proprie aziende. Ma se la conoscenza sui prodotti fosse maggiore anche il dialogo tra le parti potrebbe essere più fruttifero e stimolante per entrambi. Per far sì che questo avvenga è necessario uno scatto di responsabilità, uno sforzo culturale che preveda approfondimenti di materie come la biochimica, la fisiologia, la dermatologia, l’anatomia… e ovviamente la cosmetologia, tenendo presente che quella moderna ha un’anima scientifica, polisensoriale e sostenibile. Una volta il cosmetico era considerato soltanto un belletto, capriccio e piacere femminile, oppure un rimedio gelatinoso per mani screpolate che spesso poi altro non era che un semplice gel trasparente a base di glicerina che seccava ancor più la pelle. Oggi è cambiato quasi tutto. Le promesse sono rimaste le stesse, ma almeno le pozioni sono interpretabili, i claim dimostrabili, gli ingredienti controllati; insomma, il sogno è diventato scientifico! O, perlomeno, ci prova.

Nel corso degli ultimi anni la ricerca dermo-cosmetica si è evoluta parallelamente alla ricerca puramente dermatologica, tant’è che oggi molte formulazioni farmacologiche a uso topico sono molto simili a quelle cosmetiche.

È ormai assodato che una formulazione intelligente (ovvero in grado di rispettare la fisiologia cutanea) può rappresentare per il consumatore e per il professionista un ampliamento dei trattamenti estetici, nonché uno strumento di ottimizzazione, ovvero il supporto adatto tra un trattamento e l’altro. Il professionista del cosmetico deve aver ben chiaro che egli rappresenta l’operatore principale in cabina e in salone, ovvero il punto di riferimento per un consumatore spesso disorientato e insicuro a cui presta servizi professionali che lo aiutano a sentirsi meglio, più bello e quindi più sano. Ma che poi non è in grado di consigliare (e vendere) i prodotti più adatti, quelli più adatti al biotipo specifico che solo lui sa riconoscere, visto che lo tratta costantemente. Mentre spesso accade che taglio capelli e cerette si facciano dal professionista, i prodotti invece si acquistino altrove, dove spesso non esiste un professionista all’altezza. Anche perché l’unica reale differenza con i cosmetici della grande distribuzione, alla fine, rimane il consiglio e la consulenza di un professionista preparato. In senso scientifico è importantissimo che le virtù delle sostanze funzionali presenti in un buon cosmetico debbano essere assolutamente validate, razionali e comprovate.

Per concludere, possiamo quindi asserire che il cosmetico oggi può rappresentare sicuramente un mezzo per ottimizzare i risultati dei trattamenti estetici, esserne un supporto, e fattore importantissimo, i cosmetici sono utilizzati tutti i giorni ed è importante che l’applicazione di creme, detergenti e deodoranti debbano sostanziarsi in una più profonda consapevolezza; e l’estetista deve essere consapevole delle sue enormi potenzialità.