A cura di Alberto Massirone
Con l’arrivo della bella stagione e dei primi caldi si scoprono le gambe, che però possono non essere in perfette condizioni, non solo dal punto di vista estetico ma anche funzionale: capillari evidenti, gambe gonfie e pesanti sono solo alcuni dei sintomi che si aggravano con le alte temperature
I soggetti più esposti a questi inestetismi sono le donne, con una incidenza di tutte le patologie venolinfatiche in rapporto di 7 a 1 rispetto agli uomini. Dopo i cinquant’anni una su due, suggeriscono le statistiche, soffre di insufficienza venolinfatica, ma in molti casi anche in età precoce.
Tra le cause: familiarità, squilibri ormonali, uno stile di vita sedentario, abbigliamento che costringe e non da ultime le gravidanze. Tutti fattori che incidono sulla funzionalità del circolo sanguigno e del ritorno venoso degli arti inferiori. Il sangue incontra difficoltà nello scorrere per motivi di compressione, dati dalla presenza di liquidi che ristagnano negli interstizi dovuti allo stimolo ormonale, in particolare l’effetto si mostra maggiormente nel circolo superficiale dove preme sulle pareti dei vasi che si dilatano, diventano fragili e risultano visibili come capillari rossi o bluastri. Le caviglie si gonfiano e sono doloranti, affaticate e si percepisce un senso di pesantezza, sintomi che peggiorano con il caldo, che crea vasodilatazione.
Fortunatamente ci sono alcune precauzioni che possiamo adottare tutto l’anno, ma anche quando scoppia il caldo come terapia d’urto, per alleviare efficacemente questi sintomi. In primis bisognerebbe indossare sempre calze a compressione graduata, che facilitano il ritorno venoso e linfatico, soprattutto in estate, anche se questo comporta un evidente sacrificio poi ben ripagato da uno stato di benessere che si sente e si vede.
È molto importante parlare di questi problemi con un medico, un medico estetico o un flebologo, per valutare la situazione, il suo decorso e l’eventuale presenza di condizioni concomitanti come “cellulite”, scegliendo trattamenti su misura che rafforzino le pareti dei vasi, sostengano il circolo, aiutino l’eliminazione dei liquidi e migliorino il ritorno venolinfatico.
Tra questi, trattamenti drenanti, meccano-stimolazione, linfodrenaggio manuale, carbossiterapia e intradermoterapia (la mesoterapia), sostenuti anche da terapia farmacologica e nutraceutica. Sfruttando la grande varietà di frutta e verdura che la stagione ci offre, privilegiamo tutti i cibi di colore rosso come pomodori, lamponi, more o fragole, che contengono potassio, Vitamina A, Polifenoli, che hanno un’azione antiradicali liberi, e il mirtillo ricco di complessi antacianosidici, che aiutano a migliorare la circolazione, vasodilatare e rinforzare la parete dei microvasi. Ovviamente, se scegliamo di assumere queste sostanze dal cibo, occorre mangiarne in maniera costante e in quantità importanti. Nel caso in cui questo non sia possibile, possiamo ricorrere a integratori a base di Aesculushippocastani, Rutosidea, Carbazocromo, Edera ed estratti dal mirtillo.
In combinazione con questi trattamenti, possiamo poi adottare alcuni rimedi semplici ed efficaci, soprattutto per ottenere un beneficio immediato. Per esempio, la cosiddetta Frigoterapia, ovvero indossare per almeno un’ora al giorno collant a compressione graduata che sono stati preventivamente spalmati di gel a base di Escina, Troxerutina + Carbazocromo, oppure Carbazocromo + Rutoside a e passati in freeze azione del gel, aiuta ad avvertire un beneficio immediato e una sensazione di comfort molto piacevole. Per avere un beneficio duraturo, questo trattamento va eseguito una volta al giorno per almeno due mesi. Gli stessi gel possono essere usati per uso topico, eseguendo un automassaggio che parta dalla pianta del piede e risalga tutta la gamba e la coscia, sino all’inguine.
Per sgonfiare le gambe e aiutare il circolo sono utili bagni di almeno mezz’ora a temperatura tiepida con sale da cucina in proporzione di 50 gr per litro di acqua, che per osmosi estrae i liquidi che ristagnano, e docce alternate tiepide e fredde da ripetere per almeno 20 minuti al giorno.
In questo quadro terapeutico, il lavoro dell’estetista si inserisce in modo complementare e fondamentale con massaggi linfodrenanti, meccanostimolazione ed LPG che costituiscono un’ottima terapia di mantenimento e preventiva. Inoltre, se il centro nel quale opera l’estetista ha la disponibilità di vasche con idromassaggio, si possono sfruttare con ottimi risultati le proprietà ipertoniche dell’acqua arricchita di sale. A questo, ovviamente, si possono associare massaggi con creme rinfrescanti a base di Menta, Mentolo, Canfora o Rosmarino che danno sensazione di leggerezza.