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Pigmenti da tatuaggio, facciamo chiarezza

In questo articolo vorrei affrontare la questione delle recenti modifiche alla normativa REACH. C’è molta disinformazione che ha portato a credere, erroneamente, che da quest’anno ci fosse il divieto da parte dell’Unione Europea di eseguire tatuaggi colorati.

La prima cosa che dico ai miei clienti è di non pensare solo al “disegno” da realizzare sulla superficie visibile della sua pelle. Li invito, piuttosto, a riflettere sulle sostanze che andranno nel loro organismo. La sicurezza dei pigmenti utilizzati, così come quella degli aghi e delle attrezzature, viene data spesso per scontata. O peggio, non ci si interroga affatto a riguardo. Dietro ci sono invece studi, ricerca, normative. Una normativa, questa del 2022, a cui si stava lavorando già da cinque anni. Sta di fatto che per proteggere i cittadini europei, a partire dal gennaio 2022 migliaia di sostanze chimiche pericolose individuate negli inchiostri per tatuaggi e nel trucco permanente sono soggette a restrizione nell’UE a norma del regolamento REACH. Quando le false notizie sul divieto totale hanno iniziato a circolare, molti appuntamenti sono stati disdetti e tanti investimenti programmati sono saltati. Effetto della disinformazione! L’obiettivo non è vietare la pratica del tatuaggio ma rendere più sicuri i colori utilizzati nel tatuaggio stesso e nel trucco permanente. Per inquadrare bene la situazione, riflettiamo sul fatto che gli inchiostri per tatuaggio non sono “cosmetici “.

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 I cosmetici sono destinati all’applicazione sulle parti esterne del corpo. I pigmenti, invece, sappiamo bene che vengono inoculati nel derma dove sono destinati a restare un tempo più o meno lungo. Gli inchiostri per tatuaggio non sono “presidi medico chirurgici” e nemmeno “farmaci”. Gli inchiostri per tatuaggio sono “miscele di sostanze chimiche” ai sensi del Regolamento CE 1272/2008 – CLP e del Regolamento CE 1907/2006- REACH. Il Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging) è un Regolamento dell’Unione Europea che ha provveduto ad allineare il sistema europeo di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche (e delle loro miscele), al sistema mondiale. Attraverso la classificazione, si determina quali proprietà di una sostanza o di una miscela, portino a classificarla come “pericolosa”. Mediante l’etichettatura e le schede di sicurezza, si comunicano i pericoli delle sostanze e delle miscele a tutta la catena di approvvigionamento, dal fabbricante al consumatore. Il Regolamento si applica a tutte le sostanze chimiche che possano presentare pericoli, i quali vengono individuati dalle imprese che le producono o che le importano nell’Unione. L’obiettivo del Regolamento è facilitare la libera circolazione delle sostanze all’interno dell’Unione Europea e garantire un elevato livello di protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente.

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Il REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) è un Regolamento dell’Unione europea, adottato già dal 2006 per migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai rischi che possono derivare dalle sostanze chimiche, aumentando al contempo la competitività dell’industria chimica dell’UE. Il Regolamento REACH è costituito da 141 articoli e 17 allegati tecnici. A norma del Regolamento, tutte le sostanze chimiche prodotte o importate nell’UE sono soggette a registrazione, presso l’Agenzia ECHA da parte delle imprese produttrici o importatrici. Abbiamo così una mappatura di tutte le sostanze chimiche che circolano in Europa, di cui si conoscono effetti e pericolosità. Per le sostanze con particolari proprietà pericolose per la salute umana può emergere l’opportunità di una procedura di Restrizione o di Autorizzazione. La procedura di Autorizzazione prevede che, in relazione allo specifico uso, la produzione e l’importazione di queste sostanze siano preventivamente autorizzate. Le restrizioni sono di norma utilizzate per limitare o vietare la produzione, l’immissione sul mercato, o l’utilizzo di una sostanza e possono imporre misure tecniche o particolari etichette. Dal 2017 gli inchiostri per tatuaggio sono stati ulteriormente oggetto di studi da parte della Commissione Europea, preso atto della crescente popolarità e dell’assenza di un controllo armonizzato a livello europeo.

L’ ECHA (Agenzia Europea), su incarico della Commissione europea, ha avviato una specifica valutazione dei rischi associati a tali prodotti e degli impatti socio-economici di una restrizione in tale settore. L’ECHA con Danimarca, Italia e Norvegia capofila, a Novembre 2017 avevano già predisposto una proposta di restrizione al fine di ridurre i rischi causati dalle sostanze pericolose contenute in alcuni inchiostri per tatuaggi. L’obiettivo della proposta non era quello di vietare l’uso degli inchiostri per tatuaggi e di conseguenza la pratica stessa, piuttosto quello di andare a regolare specifiche sostanze presenti negli inchiostri al fine di renderne l’uso sicuro per le persone. La proposta di restrizione prevedeva appunto di restringere l’uso intenzionale o il limite di concentrazione di circa 4000 sostanze quando contenute negli inchiostri per tatuaggi. La procedura di restrizione si è conclusa nel 2020. Il Regolamento Europeo, dopo un processo di revisione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore dal 4 gennaio 2022. Le aziende produttrici, sebbene fossero a conoscenza delle nuove restrizioni, non sono riuscite tutte a essere pronte con i nuovi pigmenti dal 4 gennaio. Alcuni pigmenti non sono di facile sostituzione. Fra le sostanze bandite sono incluse quelle già vietate nella produzione di prodotti cosmetici, le sostanze chimiche che provocano il cancro o mutazioni genetiche, quelle tossiche per la riproduzione così come le sostanze sensibilizzanti e irritanti per la pelle e per gli occhi. Sebbene solo alcune di queste sostanze siano state rilevate negli inchiostri per tatuaggi, si è ritenuto necessario contemplarle tutte, onde evitare che possano essere utilizzate in futuro come sostituti.

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L’obiettivo non è vietare la pratica del tatuaggio ma rendere più sicuri i colori utilizzati nel tatuaggio stesso e nel trucco permanente

Le difficoltà maggiori riguardano i pigmenti contenenti alcol isopropilico, presente nella composizione di numerosi inchiostri, non solo quelli colorati. Grazie alla restrizione si prevede una riduzione delle reazioni allergiche croniche e di altre reazioni cutanee di tipo infiammatorio dovute a inchiostri per tatuaggi e trucco permanente. Potrebbero inoltre diminuire effetti più gravi quali tumori o danni al DNA o al sistema riproduttivo potenzialmente causati dalle sostanze chimiche usate negli inchiostri.

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