Gli integratori alimentari sono gli alleati del benessere. Ma quali insidie si possono nascondere
dietro al loro uso?
Gli esperti di nutrizione parlano di una preoccupante tendenza all’automedicazione e assunzione di integratori, barrette energetiche e drink sostitutivi dei pasti. Molte persone, sono perlopiù giovani donne, iniziano ad assumerle, perché sperano in effetti miracolosi e immediati, li considerano elisir di lunga vita fino a che gli stessi prodotti benefici diventano dannosi per la salute. Le confezioni degli integratori suggeriscono l’utilizzo e dichiarano la bontà dell’efficacia, richiamando a risultati molto generici quindi adatte ad un ampio numero di individui, è facile che la persona si senta attratta e decida di acquistarle, talvolta con l’idea di raggiungere in tempi brevi la condizione di benessere sperata.
Può succedere che dietro all’utilizzo massiccio di integratori alimentari, si celi un disagio psicologico più profondo che porta la persona a sviluppare una vera e propria assunzione compulsiva, causata anche da messaggi pubblicitari ingannevoli. Questa sbagliata pratica avviene perché si pensa che nutrendosi con questi surrogati si possa avere la sensazione di maggior controllo dell’introito di calorie quotidiane e del proprio appetito. Questa scelta, in una condizione di suscettibilità della persona verso comportamenti alimentari restrittivi, apre una finestra sulla psicopatologia del comportamento alimentare come l’anoressia nervosa. Qui il disagio emotivo e relazionale si manifesta attraverso comportamenti di attacco al corpo, attraverso restrizioni alimentari esagerate, attività fisica, controllo del peso corporeo e non accettazione del corpo stesso che viene visto come imperfetto.
LA VIGORESSIA
Poiché l’assunzione di integratori e la scelta di determinati stili di vita sono influenzati dalle mode e dai canoni di bellezza e perfezione solitamente veicolati dai media (dai social media in particolare), ci sono persone che iniziano con l’intento di adeguarsi a quei modelli, ma finiscono per sviluppare una vera e propria psicopatologia. Quella diffusa tra gli uomini è la vigoressia (o bigoressia), una forma di dipendenza patologica dall’esercizio fisico, si presenta come preoccupazione eccessiva per il proprio corpo visto come esile e poco muscoloso.
Leggi anche l’articolo “Non mi piaccio più” l’adolescenza e l’accettazione di sé
Nel Manuale diagnostico e statistico per i disturbi mentali (DSM-V) viene annoverato tra i disturbi evitanti/restrittivi dell’assunzione di cibo. La vigoressia presenta aspetti della dismorfofobia con una percezione distorta del proprio corpo visto sempre troppo esile e poco muscoloso. Sono presenti alcuni elementi dei disturbi del comportamento alimentare quali avere un’alimentazione restrittiva, limitata e focalizzata su alcuni tipi di alimenti iperproteici, privi di grassi. Caratterizzata da ridotta quantità di carboidrati, solitamente accompagnata dall’assunzione di integratori alimentari di carnitina, proteine sintetiche e farmaci anabolizzanti finalizzate ad aumentare la massa muscolare. Come in altri disturbi del comportamento alimentare, la persona vive un rapporto disfunzionale con il proprio corpo. L’esercizio fisico e la scelta dell’alimentazione stessa diventa una ossessione. La vigoressia limita la vita della persona proprio perché tutta la vita mentale, affettiva e relazionale gravita attorno all’esigenza di un corpo muscoloso e perfetto. La persona disinveste in tutte le altre attività, vive con disagio le situazioni di socializzazione e scambio con gli altri, prova vergogna a mostrare il proprio corpo che vede come imperfetto e sviluppa una vera e propria fobia per il cibo e le situazioni di convivialità che implicano il doversi adeguare a consumare cibi che non reputa adeguati al suo regime. Lo sgarro alla regola che la persona si autoimpone con estrema rigidità è vissuto con gran senso di colpa e conseguente compulsione a svolgere esercizio fisico per bruciare calorie e definire i muscoli. Ogni comportamento di cura eccessiva per il proprio corpo, modificazione del comportamento alimentare, comportamento restrittivo rivolto al proprio corpo e assunzione scorretta di integratori alimentari, quando diventano “abnormi” ci indicano la presenza di un disagio psicologico. La cura eccessiva diventa un attacco al sé ed è accompagnato da bassa autostima, difficoltà ad accettare le proprie debolezze, imperfezioni e fragilità. Spesso le persone che soffrono di vigoressia, sono state in passato vittime di bullismo per il proprio corpo, troppo gracile o in sovrappeso e hanno avuto grosse difficoltà a mentalizzare il corpo stesso con i suoi cambiamenti e le sue particolarità, misurano la propria autostima sulla base della propria forma fisica e si sentono gratificati quando riescono a rispettare le regole rigide sul proprio comportamento alimentare e quantità di esercizio fisico praticato.
Leggi anche l’articolo Come incide il sole sul nostro benessere psicofisico
COSA FARE
Quando ci rapportiamo ad una persona che presenta le caratteristiche di un disturbo da dipendenza da esercizio fisico e integratori, oppure con una ossessione per il peso e la forma fisica è bene affrontare l’argomento con molta delicatezza, evitando di farla sentire giudicata per quelle che sente come proprie scelte di vita. Incoraggiamola piuttosto a parlare di come si sente rispetto al proprio corpo, di come affronta la quotidianità e di come vive le relazioni con gli altri.