Di Nadia Muffatti
La legge 1/90 nasce con l’intento di regolamentare il settore dell’estetica e del benessere. Gli anni 90 hanno rappresentato un periodo storico molto differente da quello attuale, in cui le realtà professionali erano numericamente inferiori e diversamente strutturate.
Nei trent’anni successivi, i legislatori non hanno aggiornato la normativa allineandola alle necessità del settore e, per tale ragione, vi troviamo indicazioni obsolete e non rappresentative dell’attuale figura dell’estetista. Inoltre, le proposte di modifica presentate negli ultimi 10 anni appaiano inadeguate ed incomplete.
Come associazione Bellezza&Benessere di Confcommercio Sondrio, in cooperazione con varie Associazioni presenti sul territorio nazionale, vorremmo creare un tavolo di lavoro finalizzato ad elaborare una proposta di riforma dell’attuale Legge 1/90. In particolare, gli articoli che intendiamo analizzare sono:
– Art. 1 che definisce il campo d’azione dell’estetista;
– Art. 3 che disciplina in maniera obsoleta la formazione (qualifica regionale conseguibile in 3 anni ed un quarto anno aggiuntivo di abilitazione per l’apertura di un’attività. Tale attestazione però non è equiparata a nessun diploma quinquennale di maturità superiore e pertanto non consente alle operatrici di accedere a specializzazioni universitarie. Limita altresì la possibilità di adeguarsi alle nuove normative relative all’utilizzo delle tecnologie elettromeccaniche utilizzate per l’attività estetica.);
– Art. 4 che disciplina in maniera incompleta le modalità ed i luoghi di svolgimento del lavoro;
– Art. 6 che disciplina le materie di insegnamento omettendone alcune che oggi sono indispensabili e fondamentali;
– Art. 8 che regola le modalità di ottenimento della qualifica di estetista comprendendone alcune inaccettabili.
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Rileviamo inoltre l’assenza di specifiche relative ai nuovi mestieri quali per esempio onicotecnica e make-up artist. Riteniamo che la formazione e l’educazione siano il principale strumento per promuovere lo sviluppo sociale, economico, culturale e personale e quindi anche per la figura professionale dell’estetista. Rimettere questi strumenti al centro del dibattito è una sfida che la categoria deve saper affrontare con coraggio e lungimiranza, superando la visione di corto respiro, incoerente o puramente utilitaristica, che troppo spesso ha caratterizzato le decisioni su questa materia negli ultimi decenni. È ormai necessaria una formazione professionale altamente qualificante, che deve tradursi in un percorso quinquennale statale con maturità finale, comprensiva di tutte le materie trasversali a tutti gli indirizzi statali “soft skill’s”, con l’aggiunta delle materie di indirizzo professionale ed il laboratorio di pratica. Tale formazione è stata attivata come progetto pilota in Provincia di Sondrio in questo anno scolastico 2020/2021. Una formazione completa fornirebbe alle operatrici competenze e strumenti necessari a garantire il recupero del benessere psicofisico della persona trattata, ad elaborare una corretta consulenza e ad educare l’utente attraverso una promozione ed una prevenzione alla salute.