A cura di Rita Rizzi, CHIEF Manager Cosmetic Industry
La tendenza alo stile di vita pulito e naturale si sta evolvendo e sta diventando sempre più importante per i consumatori di tutto il mondo
Si presta sempre più attenzione alle liste degli ingredienti contenuti in un cosmetico. Pulito e naturale non riguarda solo il nome degli ingredienti di un prodotto: un sondaggio condotto su più di 4.500 persone in Cina, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti ha rilevato che più della metà delle persone si informa su come le materie prime vengano trasformate nel prodotto finale, e circa un terzo delle persone valuta l’impatto ambientale del trasporto e degli imballaggi. Tutti comunque concordano sul fatto che i pilastri chiave della cosmetica pulita siano: sostenibilità, sicurezza, etica e trasparenza. La verità è che i consumatori desiderano utilizzare prodotti cosmetici pensati per avere il minimo impatto possibile sulla salute, sull’ambiente e sulla società.
Inizialmente il movimento per la bellezza pulita, nato in America, era guidato da questioni inerenti la sicurezza e la salute dei consumatori, e si concentrava non tanto su ciò che era contenuto, ma su ciò che NON era contenuto in prodotto. I termini “organico”, “naturale”, “verde”, “senza crudeltà” e “sostenibile” si sfumavano e sovrapponevano per dare voce a un “movimento del benessere” animato da un duplice sentimento: quello di amore e cura di sé, e quello della paura. La paura che le
aziende cosmetiche nascondessero la presenza di ingredienti tossici o pericolosi per la salute. Il quotidiano britannico The Guardian sottolinea quanto le differenze fra America ed Europa siano impressionanti: in Europa ci sono oltre 1.300 sostanze chimiche vietate in creme, saponi e trucchi, contro le 11 degli USA. Inoltre, l’FDA (l’organo di vigilanza) permette alle case cosmetiche americane di auto-regolamentarsi. Così in America abbiamo assistito alla corsa per classificarsi in cima alla graduatoria dei “free from” probabilmente per dare maggiore trasparenza sulle materie prime impiegate, tendenza poi seguita anche dagli europei, fino alla recente raccomandazione UE 655/2013 di luglio 2019 che ha posto una sorta di “freno” a questo tipo di claim. L’altra differenza sostanziale fra le due normative è nella redazione del PIF, che in America del Nord non esiste; stiamo parlando del documento comprensivo di una Valutazione della Sicurezza: se un prodotto non è sicuro, deve essere respinto e non può essere commercializzato.
La sicurezza per l’ambiente è un obiettivo più recente e l’attenzione all’impatto ambientale è diventata un’aspettativa da parte del consumatore per qualsiasi prodotto. L’intero processo di consumo è ora quindi improntato sul tema della sostenibilità, un elemento che consente di soddisfare le esigenze delle generazioni presenti e anche di quelle future. La conservazione delle risorse naturali e la riduzione delle emissioni sono una priorità assoluta in molti settori. Una popolazione globale in crescita richiede una maggiore protezione delle risorse naturali (per la produzione di cibo o cura della persona) al fine di garantire processi sostenibili. Mentre i prodotti organici sono limitati a un ristretto gruppo di ingredienti, il sostenibile consente di scegliere quale parte del prodotto contribuisce all’obiettivo della sostenibilità: ecco che ingredienti, processi di produzione e packaging tendono ad adattarsi ai principi della chimica verde. Il mantra “ridurre, riutilizzare, riciclare”, ha un impatto sulla nostra coscienza, e ci induce inconsciamente a cercare i modi per integrarlo nella nostra vita quotidiana. Nel mondo beauty si punta su vetro e plastiche riciclate fino agli astucci con logo FSC, una sorta di albero stilizzato che consente di identificare oggetti prodotti con alti standard sociali e ambientali.
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Per concludere, costantemente iper-connessi e immersi in una società frenetica, stiamo tutti cercando di rallentare e riconnetterci con la natura. La sostenibilità e il “movimento del benessere” hanno trasformato il nostro approccio al benessere fisico, mentale e spirituale. Ora si fondono per dare vita alla tendenza “pulita” che ha un grande impatto sul modo in cui sviluppiamo nuovi prodotti e su come parliamo con il consumatore. Conoscere cosa c’è nei prodotti, impararne a leggere un’etichetta e sapere come vengano fabbricati, è diventata una priorità assoluta per i consumatori che vogliono di più, e anche la bellezza pulita sta prendendo una nuova svolta. Dalla nicchia al mainstream, i nuovi prodotti puliti non sono solo “sicuri”, non tossici, sostenibili e naturali, ma stanno diventando anche sempre più sensoriali e lussuosi.