Nonostante l’assenza di legislazione sui cosmetici naturali e biologici, il settore è in piena espansione. In particolare, negli ultimi anni, l’industria cosmetica ha subito trasformazioni significative guidate da una combinazione di innovazione, sostenibilità e naturalità.
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L’interesse crescente per i cosmetici naturali e biologici ha spinto gli operatori a individuare nuove strategie o a utilizzare processi adottati in altri settori industriali per produrre formule all’avanguardia per cosmetici ad alte prestazioni, efficaci ed ecologici. Oggi, tecnologie all’avanguardia consentono di isolare e concentrare ingredienti naturali, come estratti vegetali, oli essenziali, molecole isolate di origine botanica, al fine di renderli più stabili, efficaci e sempre più capaci di sostituire gli ingredienti tradizionalmente di origine sintetica con le loro alternative a base vegetale.
L’interesse dell’industria e dei consumatori verso ingredienti provenienti da fonti rinnovabili, naturali e biologiche si espande rapidamente, mentre cresce sempre di più il focus sulla sostenibilità. Le politiche aziendali sostenibili (cioè Environmental, Social and Corporate Governance – ESG) non sono più considerate un “plus”, piacevole da avere ma opzionale, bensì rappresentano un impegno tangibile e una necessità centrale e inevitabile che le aziende, e i prodotti da esse realizzati, devono possedere in maniera integrata quale parte del loro DNA.
È noto che alcune scelte dei consumatori green sono guidate dai concetti di salute e sicurezza, anche se questi fattori sono di fatto già coperti dalla legge per tutti i cosmetici. La preferenza del consumatore può dunque essere orientata dai claim (dichiarazioni) del prodotto e, fondamentalmente, quando si tratta di scelte ecologiche, i consumatori cercano di orientarsi tra una moltitudine di fattori, tra cui: l’approvvigionamento sostenibile ed etico degli ingredienti; la presenza o assenza di certi ingredienti; la formulazione del prodotto (naturale o biologica); la biodegradabilità delle formule; il packaging e i rifiuti relativi.
La lotta contro il greenwashing
Distinguere i prodotti genuinamente autentici da quelli che sfruttano astute strategie di marketing diventa una sfida complicata che rischia di far imbattere i consumatori nel greenwashing – un fenomeno in cui i claim sui prodotti vengono ingigantiti o distorti, così che un claim che non può essere verificato risulta di fatto irrilevante o è semplicemente falso. Per le dichiarazioni green, come “naturale” o “biologico”, i consumatori non sempre sono in grado di distinguere in modo chiaro e univoco tra cosmetici realmente naturali (ad esempio quelli certificati) e cosmetici solamente ispirati alla natura (una miscela indefinita di ingredienti naturali e sintetici) e il rischio di essere ingannati è tangibile. Infatti, Natrue ha recentemente condotto un sondaggio nei maggiori mercati dell’UE, Germania e Francia, dimostrando che il rischio di greenwashing non era scomparso. Nel complesso, l’indagine ha sostenuto la necessità di una certificazione indipendente dei prodotti secondo criteri verificabili, come quelli dello standard Natrue, che rimane un punto di riferimento e prezioso strumento di orientamento per il consumatore che vuole fare un acquisto consapevole.
Il marchio di cui puoi fidarti
Considerando che attualmente non esiste ancora una definizione armonizzata a livello europeo per i claim dei prodotti cosmetici “naturali” e “biologici”, un gran numero di prodotti con diverse “sfumature di verde” possono creare confusione e generare dubbi sulla loro autenticità nei consumatori.
Per fare scelte ponderate i consumatori necessitano di supporto e orientamento.
Lo standard Natrue per i cosmetici naturali e biologici è un marchio privato volontario che stabilisce criteri verificabili che vengono valutati in modo indipendente attraverso un processo di certificazione da parte di organismi terzi, e rappresenta uno strumento fondamentale per rassicurare e orientare i consumatori che cercano di acquistare prodotti realmente naturali o biologici. Oltre alla presenza obbligatoria del marchio Natrue sulle confezioni, tutti i prodotti certificati devono rispettare la regola del 75%, il che significa che, se un brand ha 10 prodotti nella sua linea, almeno 8 su 10 devono essere stati certificati per ottenere il marchio Natrue. Questa regola impedisce ai marchi di pubblicizzare uno o due prodotti civetta certificati Natrue mentre il resto della linea è formulato in modo convenzionale o ispirato alla natura, il che può essere fuorviante per i consumatori. Inoltre, Natrue promuove l’approvvigionamento sostenibile di olio di Palma e Palmisto (palm oil e palm kernel oil), che deve provenire da filiere certificate sostenibili (RSPO o altre); richiede l’uso di ingredienti cosmetici rinnovabili; introduce criteri di biodegradabilità degli ingredienti e promuove la protezione della biodiversità. Per quanto riguarda i materiali di confezionamento, Natrue vieta l’uso delle poco ecologiche plastiche alogenate; stabilisce che materiali riciclabili o provenienti da fonti rinnovabili vadano utilizzati ove tecnicamente fattibile e promuove un packaging minimale e confezioni riutilizzabili.
Il marchio Natrue definisce standard elevati per garantire ai consumatori che le loro aspettative siano soddisfatte.
È fondamentale stabilire la provenienza etica e sostenibile delle materie prime, l’impatto ambientale, ma anche le regole formulative devono rispecchiare una serie di criteri per massimizzare il contenuto di ingredienti naturali e biologici nei cosmetici certificati. L’approccio olistico di Natrue, unito al suo rigoroso insieme di criteri, contribuisce attivamente a combattere il greenwashing e i claim fuorvianti e aiuta i consumatori a identificare facilmente quei prodotti che soddisfano pienamente le loro aspettative di “naturale” e “biologico”.