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Marketing e formazione

Un anno ricco di soddisfazioni per Esthelogue che sempre più convintamente punta la sua strategia sul marketing e la formazione.

Per Esthelogue il 2019 è stato un anno complesso, caratterizzato dal cambiamento e ricco di sfide stimolanti che l’azienda di Calenzano può senz’altro dire di aver vinto: sono state davvero tante le soddisfazioni e i traguardi raggiunti. La visibilità ottenuta tramite i canali social ha aumentato del 60% le richieste dei clienti nella ricerca di centri con il laser MedioStar nella propria città: di conseguenza c’è stato un aumento (del 30%) anche per richieste di estetiste che hanno voluto dotarsi di questa apparecchiatura; sono aumentate notevolmente anche le iscrizioni ai corsi di formazione, che prima si tenevano in azienda due volte la settimana mentre oggi praticamente tutti i giorni, non solo in sede ma anche negli showroom di Milano-Segrate e Roma Eur, è possibile partecipare a un corso Esthelogue. Ma oltre ai successi, l’anno appena concluso ha lasciato anche altro, e cioè la convinzione che la strada intrapresa è quella giusta, e sarà su questa che si dovrà continuare: la strada del supporto marketing e della formazione.

Perché è bene che un’operatrice del mondo estetico deleghi le attività di MARKETING

Perché rispetto a qualunque altra imprenditrice di qualunque altro settore, l’estetista è la più appassionata al suo lavoro ed è giusto che abbia più tempo da dedicare a quello che ama e sa fare meglio: quante di loro passano ore in cabina ad accudire i propri clienti, investendo personalmente tantissime risorse, fisiche, mentali e naturalmente economiche? Anche se i tempi sono notevolmente cambiati ancora un buon 80% delle operatrici del settore è convinta di essere principalmente una “artigiana”, e quindi spende tutte le proprie energie per la parte tecnica. Studia anche di notte, spesso ha un bagaglio di conoscenze da fare invidia a molti, ma tutto il suo sapere e il servizio d’elite che offre deve essere tegicamente comunicato al mondo esterno. Ed è qui che entra in gioco l’azienda “esterna”.