Di Mariangela Ciriello
La principale funzione del sistema linfatico è il drenaggio delle proteine, dei lipidi e dei liquidi al sistema circolatorio, Inoltre ha il ruolo di filtraggio nella risposta immunitaria, favorendo gli antigeni (la proteina in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come estranea) agli organi linfoidi per innescare meccanismi immunitari.
La linfa è il liquido che, attraverso il suo sistema, raccoglie i liquidi e materiale di scarto per poi veicolarli agli organi di depurazione (come il fegato, polmoni e i linfonodi). I vasi linfatici di conduzione sono preposti al trasporto della linfa, dai capillari allo sbocco del torrente circolatorio. Alle volte può capitare che un linfedema vada a creare una condizione cronica evolutiva, in grado di determinare delle conseguenze negative dal punto di vista fisico e psicologico.
Queste conseguenze possono innescare diverse problematiche:
– disabilità motorie;
– alterazioni estetiche;
– modificazione immagine corporea.
Nel linfedema l’evoluzione può essere influenzata da trattamenti che hanno come obbiettivo fondamentale quello di evitare lo sviluppo di un danno tissutale. Ovviamente più precoce è la diagnosi di linfedema, prima sarà possibile programmare un intervento terapeutico. Di conseguenza, agendo in maniera rapida, si avranno maggiori risultati per iniziare le terapie decongestionanti. L’evoluzione del quadro clinico può essere caratterizzata inizialmente dalla comparsa di edema in maniera saltuaria (per esempio la sera o dopo una attività intensa), ma con un recupero visibile dopo il riposo notturno.
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I fattori rischio di linfedema possono essere:
– esiti di linfoadenectomia;
– Radioterapia;
– Chemioterapia;
– BMI elevato;
– presenza di cicatrici sugli arti a rischio linfedema;
– sieroma post-opertorio.
L’approccio che generalmente viene effettuato dagli specialisti per ridurre i danni del linfedema è dato da tre diversi percorsi: la terapia fisica, la terapia chirurgica e la terapia linfatica decongestionante, che è basata sul trattamento intensivo e dal successivamente di mantenimento.
L’approccio iniziale intensivo è basato su diverse attività, come la cura della cute, le sedute di linfodrenaggio manuale e meccanico (con Pressoterapia ad aria), l’applicazione di bendaggi compressivi e da uno specifico esercizio muscolare isotonico.
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Nella fase successiva, quella di mantenimento, va sempre tenuta un’alta attenzione nella cura della cute, è importante indossare calze o maniche elastocompressive, effettuare sedute di fisioterapia decongestionante e l’applicazione di un bendaggio
compressivo-contenitivo.
La terapia linfatica ha come scopo principale quello di ridurre il linfedema, il volume e la consistenza dell’edema, consentendo così al paziente di autogestire e controllare questa situazione cronica nel tempo.