Che sia dal vivo oppure in modalità online, un primo colloquio conoscitivo si rivela centrale per individuare le esigenze e le eventuali soluzioni possibili nell’ambito del trucco permanente e della tricopigmentazione.
Sono molte le persone che mi chiedono informazioni generiche sul trucco permanente e sulla tricopigmentazione. Le prime domande mi arrivano per email o attraverso i miei siti web: Dove ti trovi? Quanto costa il trattamento? Sono necessarie revisioni nel tempo? Le mie collaboratrici rispondono a questi primi quesiti. Poi però, quando le persone mostrano un concreto interesse, non prenotiamo mai direttamente l’appuntamento. Informiamo i nostri potenziali clienti sull’importanza di una fase di consulenza. Non ritengo obbligatorio un appuntamento informativo dal vivo, ma lo raccomando caldamente. Nel mio centro il primo colloquio è assolutamente gratuito. Dura circa trenta minuti. Molti mi raggiungono da fuori regione. In questi casi comprendo bene il disagio di percorrere svariati chilometri ‘solo’ per un colloquio, perciò faccio in modo di dar luogo alla consulenza in modalità on line. Invio alla persona interessata un video che ho registrato e montato appositamente in cui dico tutto ciò che avrei detto dal vivo. Ovviamente pretendo anche di vedere prima delle foto per confermare la possibilità del trattamento. Una foto del cliente che lo ritrae in un periodo precedente al verificarsi della patologia, pensiamo all’alopecia, insieme a del materiale fotografico attuale, mi aiuta a fare un quadro completo della situazione. Per prima cosa effettuo un’anamnesi con il cliente, per meglio illustrare le possibili complicanze dovute a fenomeni di allergie, rigetti e infezioni. Faccio leggere anche una copia del consenso informato e del memorandum pre e post seduta che chiederò di firmare il giorno dell’appuntamento. Mostro il materiale fotografico riguardante casi analoghi. Questo serve a rassicurare il cliente facendogli comprendere il risultato finale.
Leggi anche l’articolo Tricopigmentazione senza segreti
Leggi anche l’articolo La corretta gestione degli appuntamenti
Con un colloquio informativo faccia a faccia riesco a indagare meglio le aspettative di chi ho davanti. Se necessario vanno ‘smussate’, in modo da mettermi al riparo da malcontenti. La delusione è figlia dell’aspettativa! Spiego che il risultato ottenuto tra la prima e la seconda seduta non sarà quello definitivo, e nemmeno quello che mi sono prefissato. Certo è che dal vivo si ha la possibilità di porre quesiti e di rispondere rapidamente alle varie domande; in modalità online, a ogni modo, esorto i miei ‘telespettatori’ a scrivere via mail ogni dubbio o a telefonarci. Posso affermare con la mia esperienza che anche dopo una consulenza on line, mi assicuro che il cliente sia ben edotto sul da farsi e, nel momento in cui prenota il trattamento, lo fa serenamente e con cognizione. In occasione della consulenza dal vivo, ho modo di procedere eventualmente al test colore. È una procedura consigliata ma non obbligatoria. In pratica viene effettuata una prova, immettendo una piccola quantità del colore da utilizzarsi per il trattamento vero e proprio. Serve a valutare l’eventuale viraggio sottocute o l’assestamento del pigmento a distanza di tempo. Inoltre tale procedura potrebbe ridurre i rischi di reazioni allergiche ai pigmenti. Non si tratta in ogni caso di una prova allergica, in quanto non effettuata in ambiente medico e da personale dedicato. Non dà certezza che l’effetto poi sia effettivamente il medesimo in sede di trattamento. Anche le allergie infatti possono insorgere da un momento all’altro, senza necessariamente dare alcun segnale preventivo. Il test colore ha un costo a parte, che va preventivato indipendentemente.
Leggi anche l’articolo Il dermopigmentista in Italia e la legge