A cura di Alberto Massirone, medico estetico
Due figure professionali, due ambienti di competenza complementari e non sostituibili, che operando in collaborazione possono aiutare l’individuo a vivere bene la propria immagine
Quando parliamo del rapporto tra medico estetico ed estetista parliamo di due ambiti e di due ruoli distinti, diversi tra loro, che operano in sinergia, ma che in nessun caso si sovrappongono.
Se allarghiamo il discorso anche alla chirurgia estetica, identifichiamo tre figure professionali che operano sullo stesso terreno, ma con approcci e finalità diversi. Il medico estetico prende in carico l’inestetismo di cui soffre la persona e, attraverso una valutazione accurata e un’analisi della disarmonia, ne valuta la causa funzionale, quindi lo stato di carenza o la condizione patologica che lo hanno determinato.
La medicina estetica è preventiva ed educa il paziente a prevenire i danni da invecchiamento, con l’obiettivo di vivere bene la propria età, nel rispetto delle stagioni della vita e delle proprie caratteristiche. Solo in un secondo momento interviene per correggere, sempre con trattamenti poco invasivi e non irreversibili. Questa cultura della prevenzione è colta positivamente dai pazienti, tanto che la medicina estetica continua a crescere nel numero di richieste e nella fiducia che s’instaura tra medico e paziente.
La chirurgia estetica è una disciplina che interviene esclusivamente sull’inestetismo, più o meno invasiva e dai risultati tendenzialmente irreversibili. Per queste sue caratteristiche, oggi trova una finestra operativa molto più limitata rispetto a un tempo: grazie all’affinamento delle tecnologie, la chirurgia estetica propone trattamenti non invasivi, modulabili e personalizzabili, che al paziente piacciono molto rispetto all’intervento chirurgico. Ovviamente la chirurgia rimane la risposta in tutti i casi che richiedono interventi più impegnativi e indeclinabili, pensiamo per esempio all’otoplastica, rinoplastica o al lifting facciale.
Le due figure professionali, seppur molto vicine, non sono sovrapponibili ma integrabili: la chirurgia interviene là dove la medicina non arriva e la medicina integra e “rifinisce” il lavoro della chirurgia.
In questo quadro l’estetista professionista ha un ruolo di importante interazione e supporto, sia con il medico sia con il chirurgo, perché agisce su viso e corpo con trattamenti che possiamo definire “quotidiana”, con un approccio che generalmente richiede una certa continuità, ma che proprio per queste caratteristiche risponde bene alle richieste e ai desideri di chi non necessita o non ama approcci più decisi.
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Inoltre, l’estetista offrire un prezioso supporto sia nella fase preparatori sia nel post intervento/ trattamento: si pensi solo al peeling o al laser e a quanto è importante che il paziente arrivi nello studio medico con una pelle in condizione di pulizia dello strato corneo perfetto, o dopo il trattamento, quando l’estetista può lenire la cute e stimolarla affinché si rigeneri correttamente. Anche nel caso della cellulite o degli accumuli adiposi, un buon linfodrenaggio prima di un trattamento di carbossiterapia prepara la parte, ottenendo migliori risultati e dopo aiuta defatigare, a rilassare e a migliorare la compliance dello stesso. Se l’estetista può avvalersi anche di trattamenti in acque termali, ipertoniche, ricche di sali o talassoterapiche, aiuta a eliminare l’edema tipico della cellulite o del post trattamento, specie se associato a un buon massaggio.
Va da sé che il medico estetico ha una formazione differente da quella dell’estetista e sarebbe un errore pensare che uno possa sostituirsi all’altro. Rispettare i propri ambiti di competenza è garanzia di sicurezza e soddisfazione, ma anche di tutela della professionalità di ciascuna figura. Medico estetico, chirurgo estetico ed estetista sono figure complementari che agiscono in sinergia su uno stesso terreno, per un risultato estetico ma anche di benessere psicologico, che si riflette in una migliore percezione di sé e in un miglioramento della qualità della vita.