A poche settimane dalla riapertura abbiamo incontrato Claudia Magnani, presidente Atec Italia, per parlare della ripresa e delle difficoltà che il settore ha riscontrato durante questa fase di ripresa dei lavori.
Centri estetici e studi di dermopigmentazione hanno riaperto da poche settimane: quali sono state le domande da parte degli operatori e le difficoltà che voi come ATEC avete raccolto?
La cosa più difficile in assoluto è stata reperire i dispositivi e i presidi sanitari necessari per poter tornare a lavorare. Se fino a qualche settimana fa era impossibile riuscire a ordinare le mascherine chirurgiche, attualmente stiamo verificando non c’è una disponibilità adeguata di guanti, presidio fondamentale per lavorare. Un altro dato sensibile che ha creato diverse difficoltà al settore sono stati i prezzi di tutte le attrezzature necessarie alla riapertura: le mascherine che oggi compriamo a 0,50 euro, prima del 18 maggio avevano prezzi molto più alti e questo ha sicuramente inciso sull’economia degli istituti. Gli operatori del settore hanno quindi acquistato i presidi anche a prezzi davvero sfavorevoli, perché l’alternativa era quella di non poter riaprire le porte dei centri estetici. Come associazione abbiamo potuto constatare che molte attività del settore della bellezza non hanno potuto riaprire nei tempi indicati dal decreto. Però c’è anche un rovescio positivo della medaglia: la solidarietà. Come Presidente, ma anche come dermo-pigmentista, ho davvero riscoperto questo valore del nostro settore, la bellezza di riuscire a fare rete, di essere uniti, da nord a sud, per una questione comune e insieme riuscire a superare diversi ostacoli. Non dimentichiamoci che il protocollo INAIL definitivo è giunto solo la domenica sera, con la possibilità di riaprire le attività il lunedì mattina.
Condividere tutte queste tensioni e preoccupazioni con le colleghe e con le altre associazioni di categoria è stato molto costruttivo. Proprio da questa rete e dalla voglia di condividere è nata FEDETEMP: (Federazione Europea Dermopigmentatori Estetisti Tatuatori Make-up Artist e Piercers) Atec insieme ad altre due associazioni ha dato vita, all’interno di Confassociazioni che vede oltre 1,2 milioni di associati, a questa attività che ha la funzione di occuparsi dei servizi alla persona. Abbiamo dato inizio a una cosa davvero grande, dove Fedetemp avrà anche il ruolo di portare la nostra voce nei palazzi della politica, perché quando viene approvato un protocollo quest’ultimo deve essere fatto da coloro che operano e conoscono il settore della bellezza e del benessere.
In merito all’uso di dispositivi di protezione da adottare, cosa è cambiato rispetto a quello che era già in uso regolarmente all’interno dei centri?
Per quello che riguarda l’uso dei dispositivi richiesti dal decreto posso dire che non ci sono state grandi differenze da quelli utilizzati da sempre all’interno dei centri. Da sempre il nostro è un settore che garantisce alla clientela uno standard di sicurezza e igiene molto alto. Quello che è sicuramente cambiato, oltre alla gestione del tempo, è il livello di attenzione e di concentrazione su tutto quello che avviane all’interno dell’istituto: abbiamo il dovere di controllare costantemente ogni movimento dei nostri clienti, da quando varcano la soglia dell’istituto fino a quando escono dopo il trattamento, prendendoci anche il tempo, tra una seduta e l’altra, di disinfettare e ripulire ogni superficie e oggetto presente, oltre che a gestire correttamente lo smaltimento delle attrezzature monouso.
Anche se la maggior parte di queste abitudini per noi operatori del settore erano già adottate prima dell’emergenza Coronavirus, oggi assumono un “peso” a livello psicologico molto importante. Non possiamo più permetterci di essere concentrate solo sul nostro lavoro all’interno della cabina, ma il nostro impegno e la nostra attenzione è massima in ogni momento, ricordandoci sempre che a questo si aggiunge la capacità di rassicurare le nostre clienti e regalare a loro un momento di benessere, bellezza e anche di distacco dalla realtà. Per quello che riguarda i trattamenti di dermopigmentazione, la cliente entra in cabina, dopo aver lasciato la borsa in uno spazio apposito e dentro una sacca monouso, con la mascherina, il camice monouso, i calzari, cuffia e guanti e la stessa operazione la segue la tecnica. In sintesi, il vero cambiamento per le professioniste del settore della bellezza si riscontra più a livello psicologico, proprio per le motivazioni e le procedure da svolgere, che a livello pratico. Infine, vorrei anche sottolineare che il settore è riuscito a rispondere in maniera efficiente alle normative in breve tempo, con uno sforzo economico non indifferente – pensiamo che solo per far entrare in istituto la cliente abbiamo un costo maggiore -, soprattutto dopo oltre 2 mesi di chiusura.