Di Angela Noviello, Formatore e Coordinatore Europa OTI Oncology Esthetics
Una valida alternativa, per le donne in trattamento oncologico, il trattamento oncologico, il trattamento di epilazione con la pasta da zucchero, che risulta essere delicato e in grado di preservare una pelle particolarmente delicata e compromessa.
Lo zucchero o saccarosio è un disaccaride formato da una molecola di glucosio e una di fruttosio. Si ricava dalla Canna da Zucchero (pianta coltivata in America centrale e meridionale) e dalla Barbabietola da zucchero (pianta coltivata in Europa). Lo zucchero di Panela (zucchero in pani) è stato il principale dolcificante, usato dalla popolazione locale, dal tempo coloniale in America Latina. Lo zucchero oggi ha invece anche altre funzioni e utilizzi, oltre a quello puramente alimentare. Gli esperti del settore estetico lo pubblicizzano come un metodo semplice e soprattutto meno doloroso per rimuovere i peli corporei indesiderati. Sostanzialmente vengono rimossi i peli dalla radice, utilizzando una pasta a base di zucchero, limone e acqua calda. Viene spontaneo chiedersi se questa tipologia di depilazione sia un’alternativa più sicura alla classica ceretta per una persona in cura per una patologia oncologica o per coloro che in passato hanno avuto il cancro. In realtà sì, è un’alternativa più delicata rispetto alla ceretta e indicata anche per le persone in cura per una patologia oncologica, perché preserva la pelle del paziente, già di sé compromessa. La cera infatti aderisce alla pelle e può rimuoverla involontariamente mentre rimuove i peli.
Questa spiacevole situazione può presentarsi perché la cute del paziente è fortemente compromessa dalle cure oncologiche. Il rischio è quindi non solo l’irritazione ma anche e soprattutto l’infezione. Il vantaggio dello zucchero invece è quello di aderire al pelo piuttosto chealla cute.
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Questo lo rende particolarmente indicato non solo per il paziente oncologico, ma anche per coloro che hanno la pelle sensibile, perché provoca meno irritazione ed è un metodo di depilazione meno doloroso rispetto alla ceretta classica, come ci ricorda Morag Currin fondatrice del metodo OTI Oncology Esthetics e autrice di numerosi libri che trattano la materia dell’estetica oncologica. Inoltre, ha la stessa durata della ceretta classica, non contiene sostanze artificiali e può essere utilizzata in qualsiasi zona del corpo.
Il calore è un altro aspetto che va tenuto in considerazione: è necessario, infatti, per mantenere la cera della giusta consistenza affinché svolga la sua funzione depilatoria. Il rovescio della medaglia è che la cera calda può bruciare la pelle sensibile. Il calore è controindicato in queste particolari situazioni, mentre il trattamento con lo zucchero, chiamato anche cera araba, non utilizza il calore, come specificato da Morag Currin. Un altro termine utilizzato, dagli anglosassoni, per questo metodo naturale di depilazione è sugaring: di antichissime origini riesce a imprigionare anche i peli più corti e non essendo applicata a caldo, protegge anche i capillari da eventuali rotture.
Anche per quanto riguarda il fastidioso problema dei peli incarniti, il metodo arabo è l’ideale come spiega il dermatologo Howard Sobel: “Non c’è un modo che funzioni al 100% perché sono un effetto collaterale naturale dell’epilazione, ma lo zucchero rimuove le cellule morte e i residui che ostruiscono i follicoli piliferi. Con lo zucchero, si sta praticamente eliminando le impurità e le cellule della pelle che impediscono ai peli di crescere normalmente, il che aiuta a tenere lontano anche gli indesiderati peli incarniti”.