Negli ultimi anni la consapevolezza ambientale, i valori della sostenibilità e dell’upcycling sono stati al centro di un nuovo modo di fare impresa. Pertanto, anche il settore della bellezza sta abbracciando la sostenibilità, privilegiando sempre più cosmetici a basso impatto ambientale e a favore di ingredienti naturali.
Anche le aziende specializzate in packaging hanno avviato una revisione di ingredienti, materie prime e sistemi produttivi per una maggiore attenzione all’impatto ambientale, attraverso processi produttivi a emissioni ridotte, sistemi per ridurre la quantità dei materiali di imballaggio e nuovi materiali per un packaging di bellezza più sostenibile come i materiali plastici ottenuti dalla canna da zucchero. La bellezza sostenibile è fatta di progetti e iniziative che guardano al futuro del mondo della cosmesi. I consumatori sono interessati ai componenti dei prodotti che applicano sulla pelle, piuttosto che all’impronta ecologica del prodotto stesso. In effetti, iniziano a chiedersi cosa ci sia dentro ai detergenti, alle creme o al trucco che si mettono ogni giorno sul viso, chiedendo non solo l’origine delle materie prime, ma soprattutto se esse siano sostenibili o etiche.
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NUOVI VALORI
Gli sforzi dell’industria cosmetica non sono più solo improntati sulla performance, ma su nuovi valori, molto attinenti alla scelta delle materie prime. L’azienda cosmetica tende sempre più a garantire la sostenibilità in termini di approvvigionamento delle materie prime, includendo il rispetto delle comunità da cui vengono acquistati gli ingredienti e l’impatto ambientale che possono avere durante l’approvvigionamento e lo smaltimento. In questo modo si assicura il benessere delle comunità locali fornendo ai raccoglitori, che sono esclusivamente donne, e alle loro famiglie, un’assicurazione sanitaria e sociale pagata dall’azienda. Viene anche investito in progetti locali tra cui pozzi, pannelli solari, mobili e materiali aggiornati nelle scuole del villaggio. Più concretamente, oggi si parla di un nuovo tipo di cosmetico, capace di coniugare sia il rispetto dell’ecosistema cutaneo nella sua fisiologia, sia quello dell’ecosistema ambientale, senza escludere l’approvvigionamento etico. Questo innovativo concetto di cosmetica nasce come risposta alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e attenti alla qualità e al valore di ciò che acquistano.
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Un esempio di approvvigionamento etico è l’impiego di Burro di Karité ricavato dalla collaborazione con le comunità locali che raccolgono il Karité selvatico in Burkina Faso con l’obiettivo di avere un impatto positivo sullo sviluppo locale.
LA BIOECONOMIA CIRCOLARE
La bioeconomia circolare, ad esempio, unisce da un lato gli aspetti della sostenibilità legati alla produzione, e dall’altro gli ingredienti utilizzati nei cosmetici. Si tratta cioè di un sistema produttivo basato sull’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili e sulla loro trasformazione attraverso l’innovazione tecnologica. Sono molte le applicazioni della bioeconomia circolare in campo cosmetico. Ad esempio, è possibile utilizzare frazioni non commestibili di frutta, o vegetali come le brassicacee, per realizzare acque biologicamente attive come ingredienti cosmetici funzionali, o estratti ottenuti tramite bioliquefazione enzimatica o CO2 supercritica. Quando circolarità e upcycling (ovvero recupero e riutilizzo dei prodotti derivanti da scarti), innovazione e avanguardia tecnologica vengono applicati ai modelli di sviluppo economico, allora è possibile garantire livelli più elevati di qualità e di sostenibilità ambientale.
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