Una riflessione sul ruolo sociale dell’estetista è d’obbligo, attuale e facilmente condivisibile, è la frase che i nostri clienti ci ripetono in questo periodo: quanto mi manchi!
Questa situazione ci ha privato dei piccoli gesti quotidiani che ci facevano stare bene, che permettevano a ciascuno di noi di piacersi prima di piacere, e non ultimo di dedicarsi un po’ di tempo “esclusivo”. Inutile credere che non si sia sentita questa mancanza e diversi sono stati gli strumenti che sono stati trovati per cercare di mantenere un contatto con i propri clienti, dalle telefonate ai messaggi, per terminare coi tutorial di applicazione dei prodotti.
Ma non è possibile banalizzare l’aspetto sociale dell’estetista!
Noi, con la nostra professionalità, offriamo un ambiente piacevole e curato che permette al cliente di lasciare letteralmente fuori dalla porta ogni preoccupazione, ogni pensiero e dedicare qualche minuto esclusivamente a sé stesso.
Il rapporto che si instaura tra estetista e cliente è un rapporto intimo e continuativo, per questo il cliente si sente nella facoltà di parlare anche del proprio privato, delle proprie disavventure o dei litigi e soprattutto è libero di affrontare gli inestetismi che non piacciono o non lo fanno sentire adeguato agli occhi del/della partner o della società.
Non è nemmeno da trascurare come lo smart working abbia ridotto la necessità di apparire belli e piacenti, mettere il rossetto è un vago ricordo, anche questo è un problema perché lo specchio è un nemico subdolo che non perdona e distrugge la nostra autostima.
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Proprio a questi aspetti vorrei che i miei colleghi prestassero attenzione, nonostante non ci sia concesso sempre prenderci cura dei nostri clienti con le mani, confrontiamoci con loro, cerchiamo di spronarli affinchè si ricavino, in pochi gesti quotidiani, del tempo da dedicare alla loro persona, diventiamo il loro punto di riferimento per l’estetica viso e corpo aiutiamoli soprattutto a piacersi.
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Possiamo essere noi i loro migliori alleati, sostituiamoci a lievito e farina e rimbocchiamoci le maniche. Stimoliamo la loro curiosità, approfondiamo argomentazioni estetiche che non conoscono e dimostriamo loro che la professionalità è spendibile anche a distanza.