Al momento stai visualizzando Il rischio radiazioni

Il rischio radiazioni

Le Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) sono le radiazioni infrarosse (IR), visibili e ultraviolette (UV). I rischi che la legislazione nazionale vigente intende prevenire relativamente a questo tipo di rischio sono quelli per la salute e la sicurezza che possono derivare dall’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali o dal loro impiego durante il lavoro, con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.

La tipologia di effetti dell’esposizione dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione incidente, mentre dall’intensità dipendono sia la possibilità che questi effetti si verifichino che la loro gravità. L’interazione della radiazione ottica con l’occhio e la cute può provocare conseguenze dannose. Il datore di lavoro, in occasione della valutazione dei rischi, deve pertanto prestare particolare attenzione ai seguenti elementi: • il livello, la gamma di lunghezze d’onda e la durata dell’esposizione a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche; • i valori limite di esposizione; • qualsiasi effetto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio; • qualsiasi eventuale effetto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultante dalle interazioni sul posto di lavoro tra le radiazioni ottiche e le sostanze chimiche foto-sensibilizzanti; • qualsiasi effetto indiretto come l’accecamento temporaneo, le esplosioni o il fuoco; • l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali; • la disponibilità di azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli di esposizione alle radiazioni ottiche; • per quanto possibile, informazioni adeguate raccolte nel corso della sorveglianza sanitaria, comprese le informazioni pubblicate; • sorgenti multiple di esposizione alle radiazioni ottiche artificiali; • le informazioni fornite dai fabbricanti delle sorgenti di radiazioni ottiche e delle relative attrezzature di lavoro in conformità delle pertinenti direttive comunitarie.

Leggi anche l’articolo Il rischio chimico

LAMPADE ABBRONZANTI E ALTRI FONTI DI RADIAZIONI UVA/UVB

Per le attività che utilizzano apparecchi abbronzanti (solarium) la normativa attualmente vigente nel nostro Paese prevede l’obbligo di adeguamento delle apparecchiature a specifici limiti di funzionamento e l’obbligo di fornire precise indicazioni agli utilizzatori finali. Il limite introdotto dal DM MISE 110/11 per l’irradianza dei solarium (vale a dire il flusso radiante che incide su una superficie, ovvero, nel caso di lampade abbronzanti, la loro potenza) è di 0,3 W/mq. Gli apparecchi non devono quindi avere una potenza d’uso superiore al limite definito per legge, riscontrabile sulla scheda del produttore e sul manuale d’uso. La legge impone ai fabbricanti di inserire tassativamente nei manuali d’uso delle apparecchiature, l’esplicito divieto di abbronzatura per i minorenni: ciò significa che in tutti i centri dovrà essere chiaramente indicato tale divieto attraverso una segnaletica chiara e ben leggibile. L’adeguamento eventuale di solarium già installati al limite previsto dal DM MISE 110/11, ha comportato (o comporterà, per chi non l’avesse ancora fatto): 1. la modifica al manuale d’uso e manutenzione; 2. la stesura di adeguate informazioni a disposizione degli utenti, da appendere in cabina; 3. la dichiarazione dei valori di emissione; 4. la nuova targa dati che attesta la modifica del modello ed il mantenimento delle sicurezze elettriche e meccaniche.

Relativamente all’utilizzo del solarium da parte di minorenni, la normativa è chiara e prevede il divieto di utilizzo delle apparecchiature di abbronzatura per i minori di diciotto anni.

Il 70% degli acquirenti non legge il manuale d’uso, il 15% lo legge solo al momento dell’installazione e solo il 10% si preoccupa di attenersi alle indicazioni in esso riportate.

IL MANUALE D’USO

Indagini statistiche condotte da produttori di tecnologie, affermano che molti gestori di apparecchiature abbronzanti si accontentano di conoscere l’aspetto estetico del solarium evitando di approfondire l’analisi delle caratteristiche tecniche e del tipo di servizio che la tecnologia è in grado di offrire. Per un solarium, il manuale d’uso costituisce uno strumento di utilizzo fondamentale, al punto che oltre il 90% degli “accadimenti negativi”, ad esempio verso clienti con ustioni ed eritemi, derivano dalla mancata osservanza di disposizioni evidenziate su questo fondamentale documento. Nel manuale che accompagna ogni solarium deve essere presente e, aggiungiamo noi, ben leggibile, una scheda con i tempi di esposizione diversificata per tipi di pelle. Di solito, ancora, ogni fabbricante inserisce nel manuale e/o fornisce documentazione allegata (solitamente da affiggere a muro) con le indicazioni sulle avvertenze da seguire per una corretta esposizione. Si comprende bene, quindi, che il primo approccio con il cliente che si accinge ad utilizzare un solarium è quello di una corretta anamnesi, durante la quale l’obiettivo deve essere: 1. individuare il fototipo; 2. verificare eventuali controindicazioni all’utilizzo del solarium; 3. informare sui benefici di un uso corretto dell’apparecchiatura e, soprattutto, sui rischi di un abuso. All’interno delle cabine abbronzanti, infine, vanno sempre ricordate le controindicazioni con affissione di specifici cartelli informativi.

Crediti foto: @freepik.com

Leggi anche l’articolo Il rischio elettrico

Abbonati per continuare a leggere l’articolo

Leggi anche l’articolo di Luca Pasquero La gestione delle emergenze

I Nostri Esperti – leggi tutti gli articoli