Uno studio del 1999, pubblicato sul Journal of Psychosomatic Obstetrics & Gynecology, ha evidenziato riduzione dell’ansia, miglioramento dell’umore e del sonno e diminuzione dei dolori alla schiena tra le future mamme che avevano effettuato due massaggi in cabina a settimana per cinque settimane.
Fare un massaggio durante il periodo della gravidanza può donare numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Infatti, concedere alla mamma un massaggio professionale può essere semplicemente regalare un momento di rilassamento e benessere, ma anche ottenere benefici oggettivi, come ormai sottolinea la letteratura scientifica.
I BENEFICI
Il massaggio migliora la circolazione, favorisce il drenaggio dei liquidi, idrata e tonifica la cute, rilassa le tensioni muscolari e migliora l’umore favorendo la produzione degli ormoni del benessere quali la Serotonina e la Dopamina. Tutto questo si riflette sul benessere generale, ma soprattutto sulle necessità della “quasi mamma” che impegna tutte le sue energie all’arrivo del bebè. La gravidanza è un periodo in cui i grandi cambiamenti prendono il sopravvento: ansia, stanchezza, depressione, difficoltà a dormire, ma anche il copro cambia e la mamma si sente diversa, a volte si sente meno attraente e quindi più sensibile alla necessità di attenzione e contatto. Ecco che il massaggio svolge la sua duplice funzione nel saper accogliere attraverso il contatto, ma anche saper favorire benessere in un corpo che cambia, contrastando e prevenendo possibili inestetismi.
ACCORGIMENTI
Il massaggio in gravidanza necessita comunque di qualche accorgimento, prima di tutto è fondamentale informare il ginecologo e verificare che non ci siano particolari controindicazioni. Il trattamento, infatti, non è compatibile con alcuni disturbi fisici particolari come: gravidanza a rischio, pressione alta, ipertiroidismo, infezioni cutanee, diabete gestazionale, ipotensione, edema cardiaco, condizioni di rischio che coinvolgono la placenta. Di norma si preferisce attendere la fine del primo trimestre, periodo molto particolare, ove si preferisce non interferire con la fisiologia della mamma nel momento più delicato. Anche con il nullaosta del ginecologo bisogna affidarsi solo a mani esperte e quindi solo ad operatori qualificati. Non esiste un massaggio specifico per la gravidanza, ma alcune tecniche sono preferibili: il linfodrenaggio grazie alle sue manualità lente e leggere contrasta il ristagno di liquidi derivato dal volume dell’addome e dall’aumento degli ormoni estrogeni, dona benessere e leggerezza agli arti inferiori; lo shiatsu è indicato per le donne nelle ultime settimane di gravidanza, bisogna solo fare attenzione ad alcuni punti riflessi per evitare l’induzione di un parto prematuro; il massaggio ayurvedico aiuta a rilassare il corpo e mente, allevia le tensioni muscolari e contrasta la ritenzione idrica.
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Tutto il corpo può essere massaggiato con attenzione e competenza, è un fluire di energia e di emozioni, ma attenzione alla pancia che andrà trattata solo con il consenso della mamma e solo sfiorata attraverso manualità delicate, manualità troppo invasive potrebbero aumentare la contrattilità uterina, soprattutto con l’andare delle settimane. Se si dovesse invece optare per tecniche quali shiatsu, riflessologia plantare, o massaggio ayurvedico, che sollecitano alcuni punti energetici del corpo, sarà necessario evitare di trattare alcuni organi addominali per non sollecitare effetti indesiderati. Negli ultimi mesi quando il “pancione” cresce è preferibile trattare la mamma seduta o sdraiata sul fianco con il supporto di qualche cuscino per rendere il trattamento sempre piacevole.
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Solitamente il massaggio viene eseguito con l’ausilio di olio e burri addizionati con oli essenziali, questi potrebbero rivelarsi controindicati è preferibile quindi evitarli e preferire piuttosto un semplice Olio di Mandorla, che la mamma potrà utilizzare anche a casa dopo la doccia per mantenere il tessuto idratato ed elastico cercando di prevenire, laddove possibile, la comparsa delle smagliature che sappiamo avere un’origine ormonale, ma qualche volta purtroppo anche meccanica.