Dedichiamo molto tempo alla cura della bellezza. Attribuiamo una certa importanza al nostro modo di apparire. Ci interessa apparire gradevoli per noi stessi e per le persone con le quali ci rapportiamo.
Certo il concetto di bellezza è del tutto soggettivo e mutevole. Ed è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda. Ma perché l’estetica è così importante? Sappiamo quanto incida la cultura sul valore che attribuiamo alla bellezza esteriore. Viviamo in un mondo in cui apparire ha la precedenza sull’essere. Su questo aspetto si potrebbe dire moltissimo poiché sappiamo quanto la vera bellezza risieda nella parte più vera di noi stessi. Ed è pur vero che al di là di come appariamo ognuno di noi ritrova dentro di sé ombre e luci che richiedono di essere esplorate.
Ogni persona è amata ed accettata per il personale modo di essere e raramente per quello che appare
La risposta al quesito sul valore dell’estetica merita un approfondimento che va oltre gli aspetti culturali e la filosofia dell’autenticità come vera bellezza. Dobbiamo analizzarne il significato evolutivo, cerebrale e cognitivo di questo fenomeno. A rendere attraente ciò che è bello
ci ha pensato la natura, mantenendo meccanismi inconsapevoli finalizzati alla sopravvivenza della specie. I neonati, per esempio, rispondono con maggiore attenzione a volti che esprimono bellezza, poiché maggiormente rassicuranti. Siamo attratti da partner che ci appaiono belli, perché tendiamo a percepirli come affidabili ai fini della procreazione. Partner piacevoli esteticamente dal punto di vista dell’evoluzione, garantiscono una prole sana. La ricerca della bellezza ha inciso in maniera positiva sulla sopravvivenza umana, realizzando l’equazione bellezza = piacevolezza e sicurezza. La bellezza ci fa sentire al sicuro ed è naturale che l’uomo ricerchi esperienze estetiche piacevoli e voglia apparire e ricevere riconoscimenti esterni.
Stendhal diceva proprio che la bellezza è promessa di felicità. A sostegno di questa considerazione letteraria troviamo il contributo delle neuroscienze. Nel 1994 il neuro scienziato Semir Zeki ha avviato un nuovo ambito di ricerca, definita Neuroestetica, che si propone di studiare i meccanismi biologici alla base della percezione estetica. Gli studi di Zeki si riferivano alla risposta cerebrale di fronte a stimoli di natura artistica (opere d’arte per lo più). L’estetica per Zeki è in grado di accendere il cervello, attivare regioni cerebrali deputate al rilascio di
dopamina neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere e ai meccanismi di gratificazione. La bellezza per Zeki attiva in maniera persistente stati emotivi piacevoli che spingono alla naturale ricerca del bello nel mondo intorno a noi, con l’obiettivo di replicare la medesima esperienza positiva.
Una vita senza estetica è inattiva dal punto di vista emotivo. L’essere umano ha la
necessità di ricercare bellezza e di meravigliarsi per vivere una vita appagante.
La rilevanza emotiva dell’esperienza estetica incide anche sul piano cognitivo: diverse ricerche
hanno dimostrato che la bellezza influenza il nostro giudizio, generalmente alla bellezza attribuiamo in modo illogico numerose virtù pertanto tendiamo a percepire come maggiormente positivo, intelligente e affidabile chi ci appare gradevole dal punto di vista estetico. Tendiamo ad aggregarci a chi stimola maggiormente la nostra soglia di gradimento. Questo accade perché la nostra mente genera in maniera inconsapevole, una sorta di distorsione cognitiva per la quale sopravvalutiamo esperienze e prendiamo decisioni spinti dall’attivazione emotiva rispetto alla bellezza. Non è sempre detto che le decisioni prese sulla base di questo errore di valutazione, realizzano le nostre aspettative e talvolta si rivelano scorrette. Per riprendere il concetto di Stendhal sopra citato, la bellezza è speranza di felicità, ma talvolta è illusione.
Avere cura della propria esteriorità, quindi, non è solo vanità e non è solo un modo per avere a cuore se stessi, è l’esito di un insieme di fattori genetici, psicologici e culturali. Conoscere l’importanza della bellezza è utile in moltissimi contesti. Il marketing utilizza questi principi e ottiene ottimi risultati. Come suggerisce Zeki, ogni persona ha la possibilità di cercare la propria dimensione di bellezza e di comprendere quali stimoli estetici predilige per gratificare bisogni profondi che sono specifici dell’essere umano.
Leggi anche l’articolo Quando la perfezione diventa ossessione