La cosmetologia è una scienza che attinge dai più avanzati ambiti della ricerca medico scientifica. Molti studi stanno analizzando la molteplicità dei fattori legati all’invecchiamento cutaneo e, a tale proposito, è nato il concetto di Esposoma, ovvero l’insieme di fattori esterni e metabolici che influenzano e danneggiano tessuti e organi.
Per millenni l’uomo non ha vissuto per più di 40 anni, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’aspettativa di vita media europea è aumentata notevolmente, alzandosi attorno agli 80 anni. Se ci pensiamo, anche la menopausa è un fenomeno recente: infatti, prima erano poche le donne che arrivavano a sperimentarne gli effetti psicofisici. Inoltre, entra in gioco un termine che influenza molto la salute dei tessuti ovvero la glicazione, un processo che dopo i 30 anni, provoca l’indurimento delle fibre elastiche e collageniche del derma, poiché comporta un’interazione negativa tra zuccheri e proteine cutanee. Ecco che quindi possiamo parlare di Esposoma, una serie di fattori esogeni in grado di influenzare negativamente l’omeostasi dell’organismo e, ovviamente, anche della pelle. L’inquinamento ambientale, il fumo (in particolare il Catrame che ne deriva), alcuni farmaci, i metaboliti prodotti da diverse reazioni enzimatiche, le sostanze infiammatorie, i raggi UV, le varie radiazioni emesse da smartphone, tablet e computer sono tutti fattori in grado di produrre radicali liberi, veri e propri stressor cellulari, in grado di colpire le cellule sia a livello della membrana, che a livello delle proteine e persino degli acidi nucleici.
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FATTORI ESPOSOMICI
Pollution: l’inquinamento ambientale è un vero e proprio nemico della salute. Quali sono gli effetti sulla pelle? Alcuni studi lo dimostrano: la pelle di chi vive in grandi aree metropolitane dimostra almeno 5 anni in più dell’età anagrafica del soggetto. Questo accade perché i raggi UV, uniti agli agenti inquinanti stimolano la formazione di radicali liberi, che attaccano la struttura del DNA riducendo la sua funzione di controllo del metabolismo cellulare. Sole: nel caso dei raggi solari, si verificano effetti diversi a seconda della tipologia di raggi: gli UVB (raggi corti) sono quelli che provocano eritemi e scottature, mentre gli UVA (raggi lunghi che non vengono schermati dalle nuvole o dai vetri) sono dannosi, perché penetrano in profondità e danneggiano la struttura di sostegno ed elastica del derma. È opportuno fornire una protezione al DNA cellulare sia attraverso l’utilizzo di filtri chimici o schermi fisici, sia somministrando all’epidermide sostanze di base per la protezione e la riparazione delle aree danneggiate.
STRATEGIE
Polveri sottili e inquinanti finiscono dunque per depositarsi anche sulla pelle. Ecco cosa fare per disinnescarne gli effetti negativi.
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La sera
È importante detergere la pelle dalle impurità, sopratutto alla sera e successivamente contrastare l’azione dei radicali liberi con il giusto pool di attivi antiossidanti: Resveratrolo, che protegge i telomeri del DNA, Astaxantina, enzimi Q10 e SOD, senza dimenticare la Vitamina E e il Retinolo, da soli o associati ad altri elementi come la Vitamina C, che aiutano la pelle ad auto ripararsi e a ritrovare luminosità. Le creme notte, ricche di alghe detossinanti, vitamine e oli sebo-simili, completano la routine serale, dando alla cute il giusto comfort.
Di giorno invece…
Se la sera occorre rimuovere ciò che si è depositato sul viso, al mattino è fondamentale usare creme che creino la giusta barriera tra inquinanti ed epidermide. È essenziale idratare, in modo da mantenere efficiente il film idrolipidico protettivo: sì all’estratto di Aloe, all’NMF (Natural Moisturizing Factor), all’Acido Ialuronico ad alto e a basso peso molecolare.
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