di Umberto Borellini
Pelle racconta sempre. Soprattutto le cose che giungono dall’esterno, ma gioca un ruolo importante anche l’ereditarietà, lo stress, la nutrizione, il fumo e la carenza di sonno. Fattori quindi che potremmo definire ‘’epigenetici’’.
Secondo la nuova frontiera della genetica, il destino scritto sul DNA di ciascun individuo può essere influenzato da stili di vita più o meno corretti e le modifiche possono essere trasmesse alle generazioni successive. Ogni giorno la nostra pelle è sottoposta a numerosi stress: stili di vita scorretti e aggressioni atmosferiche esterne e inquinamento, uniti al trascorrere degli anni, costringono le cellule cutanee a una costante attività di riparazione e rigenerazione. Sovraccaricate di lavoro, queste cellule esauriscono le loro risorse e perdono la capacità di rinnovarsi, con conseguenze evidenti.
Questi cambiamenti provocano una ridotta sintesi di Collagene e di Elastina, che contribuisce alla comparsa di rughe della pelle. Inoltre, la senescenza della pelle provoca modifiche nella rete vascolare, abbassa il numero di melanociti, di cellule di Langerhans e diminuisce anche lo spessore dell’epidermide.
Molti studi sono concentrati sul legame tra l’epigenetica e l’invecchiamento. I processi epigenetici tendono a diventare disfunzionali con l’invecchiamento, che inizia già dopo i 25 anni di età. Oggi la scienza cosmetica è sempre più sofisticata e i laboratori cosmetici offrono soluzioni che si rifanno sempre di più al codice genetico. Possiamo parlare di Cosmetogenetica, come la scienza che studia l’interazione cosmetico-geni cutanei, ovvero analizza l’impatto di trattamenti cosmetici di nuova concezione, su particolari geni della pelle e la loro attività biochimica.
Se è dunque vero che i segni del tempo sono comuni a tutti gli individui, vero è che ciascuno invecchia secondo modi e tempi differenti e i meccanismi sono influenzati sia da fattori ambientali sia da fattori genetici.
Le proteine come Collagene ed Elastina, responsabili dell’elasticità della pelle, sono ridotte del due per cento ogni anno. La ragione è che diversi “errori” si sono insinuati nel complesso processo del metabolismo cellulare. Recenti studi sulla genetica hanno permesso di comprendere la specifica correlazione fra i geni e l’aspetto della pelle, consentendo ai cosmetologi di adottare principi attivi che possono agire su determinati SNP (singole variazioni all’assetto genetico). In altre parole, quello che la genetica non è in grado di promettere, può essere validamente supportato da principi attivi mirati. La cosmesi scientifica rappresenta un ausilio importante, a casa e in istituto.
Le formule di nuova generazione sono sempre più mirate e tecnologiche, nate con l’intento di contrastare ogni problematica cutanea. Negli ultimi anni i laboratori di ricerca hanno concentrato l’atten zione sulla biologia molecolare per studiare i meccanismi del DNA e in dividuare i principi attivi capaci di proteggerlo e ripararlo. Così sono state messe a punto for mule a base di estratti vegetali e complessi biologici, che non si propongono solo di rimpiazzare le sostanze carenti nella cute, ma an che di riattivarne la produzione na turale negli strati profondi.
Tra gli attivi cosmetici più interessanti ci sono antiossidanti di nuova generazione e classici, specifici proprio per proteggere il DNA.
ASTAXANTINA
È un carotenoide che si posiziona entro le membrane cellulari e le lipoproteine circolanti, che non viene prodotto dal metabolismo umano e quindi deve essere introdotto con la dieta. L’Astaxantina ha, tra le numerose proprietà, azione antinfiammatoria e antiossidante e protegge la doppia membrana mitocondriale migliorandone le funzioni e quindi incrementando la capacità del mitocondrio di produrre energia e, sempre all’interno del mitocondrio, di proteggere le sequenze di materiale genetico.