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Consapevolezza

di Nadia Muffatti e MariaPaola Salomoni

Un incontro, un’intervista al Cosmoprof e ne nasce un itinerario che si snoda attraverso parole che riteniamo valga la pena di mettere al centro di questa rubrica, perchè piene di significato: la prima, consapevolezza!

Le parole sono importanti, hanno un peso, un’energia, ci aiutano a focalizzare idee, sensazioni, immagini e proprio perché hanno un significato, vale la pena di approfondirne tutte le più ricche connotazioni. Viviamo in un tempo dove sono abituali le scorciatoie, le decisioni spesso affrettate, perché siamo sempre in corsa per raggiungere qualche obiettivo o progettare un nuovo traguardo o, perché fagocitati dal lavoro, che non sempre ci dà quella gioia che vorremmo. E si perdono anche i brevi e pur necessari momenti di riflessione. Consapevolezza è strettamente legata alla “presa di coscienza”, a una dimensione intima, profonda, che permette a ciascuno di noi di costruirsi un modo di rapportarsi con se stessi, ma anche di costruire una personale e unica modalità di intessere relazioni con gli altri e con il mondo. La Consapevolezza, ci rende trasparenti a noi stessi, consentendo di mettere a nudo sia le nostre potenzialità, sia i nostri limiti, i punti di forza e di debolezza, di guardare dentro e fuori di noi con occhi limpidi, senza filtri. Contempla le due dimensioni, quindi, personale, intima, ma anche quella sociale. Avere consapevolezza rispetto a chi siamo, alle prospettive che ci prefiguriamo, agli errori che abbiamo commesso, ci dà la possibilità di rimediare agli stessi sbagli e di apprendere un giusto modo per non ripeterli. Collocando queste considerazioni all’interno del percorso lavorativo e, nello specifico quello di estetista può essere utile affrontare qualche riflessione.

La quarta rivoluzione industriale, richiede competenze ad altissimo livello per trasformare i processi aziendali tradizionali e i servizi in processi 4.0 e richiede nuove figure professionali ad alta specializzazione. Non è una questione di sole tecnologie o prodotti professionali sempre più evoluti, ma di una rivoluzione culturale che richiede un miglioramento continuo personale, formativo ed organizzativo.

Le Estetiste sono pronte per questo cambiamento?

È necessario dotarsi di conoscenze, competenze, professionalità, specializzazioni, nuovi strumenti e metodologie per cogliere queste nuove opportunità, per ridefinire il proprio percorso professionale. Rispondere ad un nuovo modello ideale richiede principalmente una rivoluzione personale. Richiede una nuova Consapevolezza che non prevede un superficiale essere informati né un semplice sapere, ma è una condizione dell’Essere. La Consapevolezza è una delle qualità essenziali che caratterizza la professione dell’estetista, una professione basata sulla relazione. Un incontro fra un io e un tu, presente a me, presente all’altro senza colludere …(M.Buber, il principio dialogico).

Nella vita quotidiana ci troviamo spesso con il corpo da una parte e la mente dall’altra, con i pensieri proiettati nel passato o nel futuro e siamo a tal punto indaffarati da perdere di vista la Consapevolezza di ciò che facciamo, le emozioni, le persone, le cose semplici, ma soprattutto il momento presente. La presenza mentale è l’atto di portare tutta l’attenzione verso ciò che sta succedendo nel momento presente. Mantenere la propria attenzione momento per momento, rivolgere l’attenzione a cose che solitamente ignoriamo, l’atto di prestare attenzione all’inspirazione e all’espirazione riporta la mente al corpo – il che vuol dire essere del tutto con noi, con ciò che stiamo facendo, ad essere dove siamo, pienamente presenti nel qui ed ora. 

Essere Consapevole comporta rendersi conto della molteplicità interiore, rappresentata da sensazioni, impulsi e desideri, emozioni e sentimenti, pensieri, immagini, intuizioni, dei conflitti che insorgono nel nostro animo quando ci identifichiamo completamente nei diversi ruoli o aspetti della personalità. Questo può anche essere sgradevole, ma è il primo, indispensabile passo per trasformare la sensazione di frammentazione interna in una ricchezza dalla quale può nascere una vera unità per costruire relazioni sane.

Rispondere al cambiamento, ora significa essere consapevoli che è necessario riformare la formazione, che deve essere innovativa e di alto spessore con un approfondimento a livello umanistico, proprio perché ci relazioniamo con le persone. Questo può avvenire attraverso un percorso scolastico quinquennale statale. Oggi è doveroso per rispetto alle giovani che scelgono con Consapevolezza questa professione, dove l’estetista è consulente di bellezza e BenEssere, educatrice alla promozione e prevenzione alla salute, un’esperta dell’organo pelle e del corpo umano, che sa accompagnare la persona a prendersi cura di sé e al tempo stesso sa coniugare doti umane con doti imprenditoriali e gestionali.

Il mercato del lavoro — è risaputo e ribadito come un mantra — esclude figure non all’altezza del compito, per mancanza di conoscenze e competenze specifiche; la maggioranza dei neolaureati, poi, preferisce perfezionare la propria preparazione frequentando dei master per raggiungere una formazione sempre più solida e in linea con le richieste della società della conoscenza, in linea con gli obiettivi Europa 2020 che richiede a tutti i governi l’investimento sulla formazione come uno dei compiti imprescindibili. Questo panorama ci dice che è ormai presente e diffusa, a livello sociale, la Consapevolezza che non solo la formazione di base — ma, si potrebbe dire, anche quella che dura tutto l’arco della vita — è una primaria necessità.

Tuttavia l’estetista, oggi, è ancora considerata, una figura professionale che si limita a poche e specifiche attività e possiede una preparazione professionale, in uscita, delineata dalla L.1/90, ritenuta non più al passo con i tempi, con le esigenze di un mercato del ben-essere giustamente selettivo. Ma, a livello personale e come categoria lavorativa, l’estetista ha una reale Consapevolezza del proprio necessario, anzi indispensabile, bagaglio culturale-professionale?