Di Rita Rizzi
Dall’invenzione di internet nei lontani anni ’70 al suo arrivo in europa negli anni ’80, i progressi tecnologici sono aumentati, al punto che oggi siamo tutti connessi.
Tutte le generazioni sono ora in grado di gestire una ricerca su internet. Internet e la rete hanno cambiato i valori, il modo di comunicare, la modalità in cui le persone si muovono e il loro rapporto con il mondo. L’ambiente digitale fa parte del mondo sociale di oggi. Le notifiche, i messaggi e le mail, ammiccano sul nostro smartphone con una lucina che ci rende completamente dipendenti. Una dipendenza dall’ultra-connessione, dalla paura di perdere informazioni, di perdere un momento di vita che potremmo condividere all’istante. Questa dipendenza digitale sta però iniziando a mostrare le sue falle, soprattutto in termini di salute. Il maggiore utilizzo di schermi è ormai considerato uno stress ambientale che ha ripercussioni sulla vista, sul ritmo circadiano, sulla capacità di addormentarsi e sulla qualità del sonno, fino a cambiamenti posturali della testa e della spina dorsale e addirittura una modifica del pollice.
Le onde elettromagnetiche emesse dagli schermi di pc, smartphone e tablet aumentano la temperatura dei tessuti biologici favorendo il surriscaldamento dei tessuti ricchi di acqua, come il derma, e portando quindi al deterioramento delle fibre di Collagene con conseguente insorgenza di rughe e doppio mento.
L’inestetismo delle rughe sul collo è aumentato notevolmente negli ultimi anni, a causa di un eccessivo utilizzo di tablet e smartphone, e colpisce soprattutto le donne più giovani. La luce blu emessa, oltre al foto-invecchiamento, è in grado di provocare malattie della pelle come la dermatite attinica cronica, e di esacerbare molte condizioni della pelle, comprese le alterazioni della pigmentazione (come lentiggini, cloasma), la dermatite seborroica (come l’acne), fino a danni più seri del tessuto connettivo.
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È giunto il momento di offrire alle generazioni iperconnesse le soluzioni cosmetiche adeguate. Perché non solo i babyboomers, ma anche gli individui delle generazioni X, Y e Z sono soggetti a invecchiamento digitale, ovvero un invecchiamento precoce generato dagli effetti negativi dei raggi di luce blu emessa dal sole, dalla TV, dal computer o dalle luci fluorescenti sul posto di lavoro. Mentre il sole può causare la maggior parte dei danni alla pelle, il nostro uso continuo di computer e telefoni cellulari influisce negativamente anche sulla nostra epidermide.
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Gli studi hanno scoperto che l’esposizione alla luce blu può aumentare l’iperpigmentazione (macchie scure), il rossore, l’infiammazione e la produzione di radicali liberi. Inoltre, la luce blu può danneggiare l’elasticità della pelle e causare cedimenti e rughe. Prevenire i danni alla pelle causati dall’esposizione alla luce blu è l’approccio migliore. Come? Limitando il tempo trascorso al computer, tablet o telefono cellulare; utilizzando programmi che riducono i toni della luce blu sui dispositivi; utilizzando una cover sugli schermi e usando creme solari che bloccano il blu, creme da giorno studiate appositamente allo scopo, o addirittura impiegando un trucco blu-bloccante “infuso” di skincare.