Di Ennio Orsini
Trattamento non molto conosciuto ma davvero efficace, è la dermopigmentazione estetica del cuoio capelluto, utile nel caso di calvizie.
Uno dei trattamenti più richiesti dagli uomini e, in alcuni casi anche dalle donne, è la tricopigmentazione, che consiste nella dermopigmentazione estetica del cuoio capelluto; si tratta di un trattamento non molto conosciuto ma davvero efficace. L’impiego del tatuaggio estetico per problemi legati alla calvizie è ampio e, a volte, provvidenziale, in quanto può rappresentare un aiuto per il cliente anche da un punto di vista emotivo.
La tricopigmentazione è un trattamento rivolto prevalentemente agli uomini. Le due tecniche più richieste sono il cosiddetto “effetto rasato” e il “dermatoppik”. Il primo, il più diffuso tra i clienti, consiste in una rasatura tatuata sul cuoio capelluto. La seconda, che a volte viene praticata anche sulle donne, è utile per coprire i diradamenti di aree specifiche.
Solitamente prima di effettuare la seduta si procede a una consulenza con il cliente, durante la quale l’operatore illustra le caratteristiche dell’intervento. Il cuoio capelluto viene diviso in 5 settori e, in base alla situazione individuale, si procede al trattamento di uno o più settori. Successivamente si passa alla seduta vera e propria che, a differenza di quanto si possa immaginare (essendo il cuoio capelluto molto delicato) non è dolorosa. Capita a volte, infatti, che il cliente si addormenti. Inoltre, un cliente che si sottopone a questo trattamento può svolgere tutte le attività svolte da un uomo non tatuato. Solo nei primi giorni successivi la seduta, si sconsiglia l’esposizione al sole o a lampade solari.
Leggi anche l’articolo Il trucco permanente al contorno occhi
Si ricorre alla tricopigmentazione in vari casi, per esempio se si soffre di alopecia totale, areata o androgenetica o in caso di diradamento generale. Inoltre, è una tecnica molto funzionale se si vuole coprire cicatrici nucali da autotrapianto.
Effettuare un trattamento di tricopigmentazione non significa solo intervenire esteticamente su un cliente, ma instaurare con lo stesso un rapporto umano, in cui l’aspetto psicologico abbia la stessa importanza di quello pratico.
Solitamente chi decide di sottoporsi a questo tipo di intervento è calvo, soffre di alopecia, ha effettuato in passato un autotrapianto il cui risultato non è stato soddisfacente. Si tratta di persone che vorrebbero trovare una soluzione al senso di disagio he vivono quotidianamente. É fondamentale che l’operatore prenda in considerazione questo aspetto emotivo, rispettando la probabile e comprensibile diffidenza del cliente.
Nonostante il capello non abbia alcuno scopo funzionale e considerato che si potrebbe anche vivere senza, socialmente ha acquisito un ruolo importante e, per l’uomo, la perdita di capelli può essere vissuta come una perdita di virilità, o come una regressione allo stato infantile.
Per questi motivi la tricopigmentazione rappresenta un trattamento estetico dalla particolare valenza ed è fondamentale che chi la pratica non si fermi all’aspetto materiale ed economico, ma lo consideri anche da un punto di vista ‘etico’.