di Perlita Vallasciani
In un mercato in continuo cambiamento, quali sono le parole d’ordine per l’estetista? Cultura, conoscenza e specializzazione
Tutto ciò che è armonico e bello rende migliore la qualità della vita, pertanto nel parlare di benessere si entra in un contesto molto ampio che si traduce in un concetto di welfare generale. I trattamenti estetici non sono un lusso per pochi, ma rientrano pienamente nel concetto di migliorare la qualità della vita delle persone.
Non è un caso che molte aziende, negli ultimi anni, stabiliscono convenzioni con centri di estetica e benessere al fine di fornire al proprio personale dipendente, stressato da ritmi stringenti, la possibilità di regalarsi piacevoli momenti di relax e trattamenti di bellezza. Non solo, molto spesso, oltre a un viaggio e a un incentivo, il trattamento estetico diventa l’opzione preferita per un premio di redditività.
Nella vita privata è ormai da qualche tempo che nelle ricorrenze importanti quali festività natalizie, compleanni, anniversari, il buono regalo o meglio la Gift Card sono entrati a pieno titolo nella lista dei regali preferiti ancor più di un gioiello, un capo di abbigliamento o un profumo. Sembra infatti che il trattamento estetico o di benessere insieme con i piccoli viaggi siano la scelta favorita di chi dona e di chi riceve.
Questo fenomeno non è dovuto alle mode o al mercato che cambia, ma alla consapevolezza che dedicare del tempo per migliorare l’aspetto estetico restituisca un elemento importante per vivere meglio in sintonia con se stessi e con gli altri.
Per questo ci vuole grande professionalità da parte delle operatrici dell’estetica, grande capacità nel comprendere realmente i bisogni dei clienti e nel saperli interpretare. La nuova estetica disegna un orizzonte nel quale la categoria delle estetiste si arricchisce del proprio bagaglio culturale, migliora la conoscenza e la specializzazione nei vari ambiti nei quali l’attività professionale si apre e si spande. La nuova estetica vuole una vera professionista che abbia quelle abilità che le permettano di affermarsi ed eccellere. Oltre alle competenze tecniche è indispensabile sviluppare una buona cultura d’impresa, necessaria non solo per cogliere le opportunità del cambiamento ma anche per una gestione consapevole del proprio centro estetico.
Non è più pensabile che, in questa evoluzione di pensiero e di consapevolezza, l’estetista possa continuare ad essere l’operatrice di qualche anno fa. In questo nuovo scenario dove finalmente cadono vecchie ideologie che vedevano il settore solo nella direzione del superfluo e del lusso, il lavoro delle estetiste entra a pieno titolo nelle abitudini di tutti gli individui siano essi donne o uomini, giovani o anziani, persone di successo oppure soggetti che stanno vivendo momenti di disagio.
L’estetista deve essere attrice protagonista di questo mercato più evoluto e complesso e per avere questo ruolo deve poter qualificare la propria professione adeguandosi ai tempi. Perché il mercato cambi davvero è necessario cambiare e allargare gli orizzonti attraverso nuove conoscenze che non possono essere dimostrate solo dal saper fare ma anche attraverso percorsi formativi seri e certificazioni realmente riconosciute.
I tanti attestati di partecipazione che ormai da anni le estetiste collezionano servono sicuramente a dimostrare l’impegno nel costante aggiornamento, la dedizione alla propria attività da parte delle operatrici, ma non sono certo ciò che può realmente dare peso e difendere la categoria nella propria esclusività legislativa. La scuola deve fare la sua parte e le autorità, in questo senso, debbono ridisegnare il progetto formativo, d’altro canto, è altrettanto importante che le giovani studenti estetiste siano davvero motivate e si impegnino ad approfondire la materia e che le operatrici attive da qualche tempo cambino la modalità di lavorare e l’approccio al cliente.