Gli idrossiacidi maggiormente utilizzati in cosmetica sono: acido glicolico (INCI name: Glycolic Acid ), acido lattico (INCI name: Lactic Acid), acido lattobionico (INCI name: Lactobionic Acid), acido salicilico (INCI name: Salicylic Acid), acido citrico (INCI name: Citric Acid).
BEAUTY IN PILLOLE è la rubrica di Radio Mabella ideata e condotta da Davide Antichi – Estetista, Cosmetologo e Fondatore della start-up innovativa Beautycians SpA – che offre un’informazione sintetica, ma di qualità su temi di interesse generale della cosmetologia, a partire dagli ingredienti dei prodotti cosmetici.
Di ogni ingrediente trattato si descrivono le caratteristiche chimico-fisiche, la provenienza (come si ottiene), le proprietà (a cosa serve), il meccanismo di azione (come funziona), l’utilizzo (come si usa) e alcune interessanti particolarità.
CARATTERISTICHE
Gli idrossiacidi sono una famiglia di acidi carbossilici caratterizzati dalla presenza, nella loro struttura molecolare, di un gruppo funzionale idrossilico responsabile di alcune delle loro principali proprietà. In particolare, la presenza del gruppo idrossilico determina un aumento dell’acidità negli idrossiacidi rispetto all’acido carbossilico di partenza, una caratteristica ben documentata e sfruttata in cosmesi e dermatologia. Inoltre, il numero e la posizione dei sostituenti ossidrilici, rispetto al gruppo carbossilico, consente la loro classificazione in alfa-idrossiacidi (ad esempio l’acido glicolico), beta-idrossiacidi (es. acido salicilico) e poli-idrossiacidi (es. acido lattobionico).
PROVENIENZA
Molto diffusi in natura, gli alfa e beta idrossiacidi sono contenuti in elevate concentrazioni in alcuni tipi di frutta, come ad esempio l’acido citrico negli agrumi e l’acido lattico nel mirtillo, motivo per il quale sono anche denominati “acidi della frutta”; alcuni invece sono presenti nelle mandorle amare come l’acido mandelico, nella canna da zucchero l’acido glicolico oppure nella corteccia del salice bianco l’acido salicilico. I poli-idrossiacidi, considerati composti di nuova generazione, sono anch’essi presenti in natura; tra i più diffusi in ambito cosmetico troviamo l’acido lattobionico, derivato dall’ossidazione del lattosio, e il gluconolattone metabolita del glucosio. Oltre all’estrazione da fonti naturali, ognuno di loro può essere prodotto per via sintetica o fermentativa.
PROPRIETÀ
Le caratteristiche chimico-fisiche degli idrossiacidi rendono le loro molecole particolarmente interessanti dal punto di vista cosmetico per i loro importanti effetti sulla pelle, tra cui esfoliante, idratante, antibatterico, cheratolitico, schiarente, anti-age e stimolante dei fibroblasti. La loro proprietà esfoliante e le possibili applicazioni vennero studiate per la prima volta negli anni ’70; nel tempo gli ottimi risultati ottenuti nel trattamento di alcune problematiche della pelle – quali acne, discromie pigmentarie, cicatrici e rughe – hanno portato a considerare gli idrossiacidi tra le sostanze di elezione nell’ambito dei peeling chimici. Gli idrossiacidi hanno la capacità di velocizzare il turn-over cellulare a partire dallo strato superficiale dell’epidermide fino a raggiungere il derma, in base alle necessità, stimolando un processo di rigenerazione tissutale: ciò si traduce in una pelle dall’aspetto visibilmente levigato e compatto. Inoltre, grazie alle loro limitate dimensioni e alle specifiche condizioni di trattamento, gli idrossiacidi raggiungono il derma dove stimolano la sintesi di alcuni componenti della matrice extracellulare, come il collagene e l’acido ialuronico, aumentando il turgore e l’elasticità del tessuto. Infine, la presenza dei gruppi ossidrile rende queste sostanze in grado di assorbire e trattenere numerose molecole di acqua, risultando ottimi idratanti per la pelle.
MECCANISMO D’AZIONE
L’azione esfoliante degli idrossiacidi è dovuta alla loro capacità di alterare le giunzioni esistenti tra le membrane delle cellule dell’epidermide (desmosomi), riducendo la disponibilità dello ione calcio, fondamentale per le proteine deputate al legame delle membrane di cellule adiacenti. La ricerca in merito ha permesso di scoprire vari livelli di azione esfoliante e soprattutto i parametri necessari per ottenere risultati ottimali, riducendo al minimo i possibili effetti collaterali. In generale, il grado di esfoliazione, o peeling, dipende innanzitutto dalla grandezza della molecola utilizzata: quanto più la sostanza possiede un basso peso molecolare, tanto maggiore sarà la capacità di raggiungere gli strati profondi della pelle; inoltre concorrono alla profondità del peeling molte altre variabili, come il pH con cui è stata stabilizzata la soluzione, la concentrazione della sostanza utilizzata e il tempo di applicazione. Nel caso degli alfa e beta idrossiacidi, essendo caratterizzati tutti da un basso peso molecolare, è possibile scegliere il diverso grado di assorbimento attraverso l’epidermide, regolando principalmente la concentrazione e il pH della soluzione; ovvero con bassi valori di pH (minore di 4) aumenta la forma indissociata dell’acido, la quale risulta facilmente assorbibile attraverso l’epidermide. Le soluzioni formulate per un’azione superficiale determinano la rottura delle giunzioni cellulari fra cheratinociti con la contemporanea rimozione dello strato dell’epidermide interessato; l’assottigliamento della pelle così ottenuto permette il rinnovo cellulare e favorisce la scomparsa di rughe, iperpigmentazioni, acne e ipercheratosi. Le preparazioni sviluppate per un’azione profonda raggiungono invece il derma, dove sono in grado di indurre un’infiammazione subclinica responsabile di una serie di modificazioni istologiche fondamentali per ottenere un peeling ottimale: un processo a più stadi che termina con la ristrutturazione della pelle grazie, soprattutto, alla produzione di collagene, elastina e glicosaminoglicani da parte dei fibroblasti. Attraverso quest’ultimo meccanismo gli idrossiacidi migliorano il tono e l’elasticità della pelle, oltre ad aumentare lo stato di idratazione grazie alla sintesi di nuovo acido ialuronico in grado di richiamare molte molecole di acqua dagli spazi circostanti. Alcune molecole – in particolare l’acido lattobionico e il gluconolattone, appartenenti al gruppo dei polidrossiacidi – svolgono un’azione idratante della pelle diretta in quanto, grazie alla presenza nella loro struttura di più gruppi idrossile, attraggono e trattengono acqua dall’atmosfera; una volta a contatto con l’epidermide, allentano le giunzioni tra le molecole di cheratina dello strato corneo e trasportano molecole d’acqua negli strati sottostanti.
UTILIZZO
Le preparazioni a base di idrossiacidi generalmente sono creme, gel, soluzioni o emulsioni, utilizzati principalmente per il trattamento di rughe superficiali, acne, iperpigmentazioni, melasma e altri disturbi della pelle. Le soluzioni possono essere per uso domiciliare o professionale; generalmente per l’uso domiciliare si preferisce utilizzare concentrazioni non molto elevate e un pH non troppo acido (non minore di 3 circa), mentre per uso professionale le concentrazioni sono elevate e il pH può raggiungere valori molto bassi. È consigliabile, nell’ambito dei trattamenti estetici, tamponare l’acidità in eccesso utilizzando un protocollo costituito da diverse soluzioni con pH crescente evitando l’uso diretto di prodotti basici, come il bicarbonato, in quanto potrebbero provocare uno shock alla pelle. Per quanto riguardo l’uso degli idrossiacidi nelle preparazioni con azione stimolante dei fibroblasti si può lavorare con soluzioni meno acide ma con concentrazioni più elevate, ciò significa lavorare con acidi tamponati. Oggi, nel cosmetico moderno, si preferisce utilizzare miscele di idrossiacidi per ottenere un’azione sinergica e diminuire l’aggressività del peeling, in termini irritativi, soprattutto per le pelli sensibili.