Il mondo della nutrizione da un po’ di tempo è soggetto a delle “tendenze”, esattamente come avviene nel mondo della moda, la musica, del cinema.
Però, quello che è preoccupante è che quando parliamo di nutrizione, parliamo del nostro benessere e anche della nostra salute non solo nell’immediato ma anche nel lungo termine.
Il fatto che la nutrizione possa seguire delle tendenze facendole passare per “verità assolute di benessere” piuttosto che dei principi scientifici è molto allarmante.
È da tempo che osservo il mondo dei cibi “senza”: a dire il vero, ne avevo anche già parlato molto tempo fa quando ancora non immaginavo che intorno alla parola magica “senza” si sarebbe creato un mercato dell’industria alimentare che fa girare fatturati da paura.
Da sempre esistono persone che non tollerano alcuni alimenti, che sono addirittura allergici ad alcune sostanze tanto da poter morire qualora le assumano; da sempre alcune persone non digeriscono alcuni cibi, per cui quando li mangiano poi stanno male.
Questi sono dati di fatto e nessuno vuole negarli. Però da qui a creare dei veri e propri fenomeni di massa di intolleranza ad una sostanza piuttosto che ad un’altra, di lavoro di comunicazione e buon marketing ce ne vuole molto.
Prendiamo i due incubi del momento: lattosio e glutine.
È stata creata una vera e propria psicosi: se una persona sta veramente male quando mangia un alimento che contiene lattosio ed è CERTA che il problema sia il lattosio ( e magari non la caseina!), è saggio che eviti determinati alimenti.
Quello che mi lascia sconvolta è vedere alcune persone che arrivano in studio e mi dicono che eliminano completamente tutti i prodotti contenenti il lattosio perché pensano sia meglio evitarli e – quando chiedo loro il motivo -, la risposta è “vedo che tutti oramai evitano il lattosio!”.
Ovviamente creata la necessità, l’industria crea la soluzione con miliardi di prodotti privi di lattosio. La cosa buffa è che essendoci la magica parola “SENZA” lattosio, le persone si convincono anche del fatto che quell’alimento faccia ingrassare di meno: assolutamente no! Anzi!!!
Quell’alimento non è affatto “dimagrante” anche se gli alimenti di quel genere vengono classificati come “dietetici”: questa però è solo una questione di terminologia commerciale che nulla ha a che fare con il dimagrimento.
Che dire poi del glutine?
La persona celiaca è perfettamente identificabile: se mangia un alimento contenente glutine o contaminato dal glutine sta malissimo.
Non esiste invece nessuno studio validato scientificamente che dimostri il fenomeno della sensibilizzazione al glutine in quanto tutti gli alimenti che contengono glutine contengono anche i FODMAPS, zuccheri non metabolizzabili di cui abbiamo già parlato, che danno la stessa sintomatologia della presunta sensibilità al glutine.
Navigando in Internet il glutine sembra essere diventato il responsabile di una quantità di patologie impressionante: queste valutazioni vengono molto spesso fatte senza tenere conto del fatto che l’alimento che viene ingerito e che contiene glutine viene coltivato in un determinato ambiente, con determinate sostanze, un determinato inquinamento e quindi delle condizioni epigenetiche che potrebbero mutare o influenzare la natura di quello stesso alimento.
Anche nel caso del glutine, la presenza della parola magica “SENZA” ha fatto sì che molte persone pensino che i prodotti senza glutine in qualche modo siano dimagranti.
Quello che poi davvero mette a dura prova la mia pazienza di consumatrice, sono le aziende che scrivono “senza glutine” anche negli alimenti in cui il glutine non c’è proprio in natura: ma se lo fanno avranno visto che quella scritta attrae di più il consumatore.
Io resto convinta (dopo quasi vent’anni di quotidiano “confessionale” nutrizionale in studio) che ci siano più persone che hanno problemi con i peperoni che con il glutine: eppure io la scritta “senza peperoni” non l’ho mai vista!!!! Evidentemente questo non è un problema che può fare tendenza!
Al contrario queste due “problematiche”si sono prestate a creare delle tendenze nutrizionali e si è creato un mercato pauroso che purtroppo si tira dietro una quantità enorme di seguaci non consapevoli del fatto che dopo il lattosio e il glutine sarà la volta di qualcos’altro, il tutto però ben lontano dall’interesse per la nostra salute.
Quello che invece sarebbe necessario raccontare alle persone, non viene detto: eliminare lo zucchero bianco, cercare di limitare al massimo i carboidrati complessi (e così abbiamo risolto alla base il problema del glutine!), mangiare tanta verdura di stagione, fare attenzione a non eccedere con la frutta e mangiare quella di stagione ed utilizzare il nostro olio extravergine di oliva.
Ricordiamoci come siamo stati cresciuti: cerchiamo di mangiare gli alimenti che il nostro organismo ha sempre conosciuto senza abusare di cibi “strani”, a lui non familiari, che potrebbero non piacere al nostro sistema immunitario alla nostra flora intestinale.
Non facciamoci coinvolgere dalle tendenze: con la nutrizione non si scherza, perché quello che abbiamo mangiato in passato ha determinato ciò che siamo oggi e ciò che mangiamo oggi determina il nostro futuro.
L’unico “SENZA” veramente utile, che io amo e raccomando sempre a tutte le persone che mi stanno vicino, è “SENZA STRESS”!