La Masterclass del 2024 organizzata da Atar22 mira a rafforzare la prospettiva educativa avanzata dell’azienda e la significativa collaborazione avviata con docenti universitari. Si propone di approfondire il concetto di bellezza attraverso una discussione congiunta durante il congresso. Andrea Corda, CEO di Atar22, insieme al professor Paolo Bellini, coordinatore scientifico dell’evento, condividono alcune anticipazioni.
Dopo il successo dello scorso anno, torna la Masterclass formativa ‘La Bellezza Consapevole’, due giorni di incontri e talk dedicati alla cultura della bellezza e del benessere. Su quali presupposti è nata questa iniziativa, e in cosa si concretizza?
A.C. Questa nuova Masterclass, come l’anno scorso, ha come obiettivo quello di valorizzare i centri estetici e i professionisti del settore. Si tratterà quindi di accompagnare i presenti nella rielaborazione culturale delle pratiche che, nella loro concretezza, li vedono impegnati come operatori sul campo. Stimolare il pubblico in sala ad acquisire gli strumenti essenziali per accompagnare la propria clientela verso una gestione consapevole del corpo, è il focus del percorso che abbiamo elaborato fin dall’edizione inaugurale. Questo secondo format si caratterizzerà come il proseguimento di un itinerario simbolico che dalla consapevolezza delle forme conduce verso la Andrea Corda ricerca del gusto come espressione del bello.
Quali sono gli obiettivi strategici di questo percorso di approfondimento e aggiornamento, per Atar22 e per il mondo beauty più ampiamente inteso?
A.C. L’obiettivo perseguito da Atar22 non si può disgiungere dalla prosperità dell’universo beauty cui il marchio è intimamente connesso. La strategia aziendale ha, infatti, mirato da sempre alla crescita dei propri Brand in relazione alla valorizzazione dei professionisti che concretamente operano a contatto con la clientela. Da qui nasce la necessità di ampliare la formazione di tutti gli operatori in una direzione dove la tecnica e l’esecuzione dei trattamenti per il corpo possano arricchirsi di una dimensione culturale più ampia, grazie all’interazione con il sapere accademico.
“Il gusto e la soggettività del bello” è il titolo di questa seconda edizione della Masterclass formativa nata su iniziativa di Atar22. Quali sono le motivazioni alla base della scelta di questo tema?
P.B. L’idea di fondo è di proseguire con un percorso formativo funzionale alla declinazione della bellezza nelle sue molteplici sfaccettature. Consapevolezza del bello non significa solo la semplice comprensione delle forme attraverso cui elaborare la bellezza. Capire il bello vuol dire anche comprendere il gusto dove esso assume una sostanza concreta, per cui è indispensabile carpirne la dimensione creativa che, come accade per il cibo, necessita di una meticolosa preparazione. Un corpo nella sua nudità, per esempio, può essere estremamente bello e tuttavia, una volta abbigliato e sottoposto al consueto maquillage, apparire volgare, se non addirittura grottesco e respingente, perché alla bellezza è sempre indispensabile il gusto come manifestazione della soggettività individuale e del desiderio.
Può anticipare brevemente ai nostri lettori in che modo il tema portante verrà sviluppato dai vari Relatori coinvolti?
P.B. Cercheremo di guidare l’uditorio all’interno di un percorso dove si mostrerà come il gusto sia sempre necessario alla fruizione e creazione del bello. Proveremo quest’anno a illustrare la bellezza come disciplina del corpo e della mente, condizionata da una dimensione educativa che coinvolge l’identità di ciascuno. Quest’ultima, intesa come unità inscindibile di mente e corpo, può elaborare il bello solo se opportunamente educata attraverso sport, alimentazione e cultura alla cura di sé. Così, grazie all’educazione del gusto soggettivo in grado di attingere l’armonia e rifuggire l’inopportuno e il mostruoso, si possono sviluppare le giuste potenzialità in grado di determinare il proprio centro di gravità estetico. I relatori avranno quindi il compito di declinare questi temi in ambito filosofico, medico-sportivo, giuridico e antropologico.
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