Uno dei disturbi che comunemente lamentano le donne in menopausa, e non solo, è una indesiderata sensazione di secchezza nelle aree intime. Vediamo insieme le cause e quali tipi di supporto offre l’estetica professionale insieme ad Angela Noviello, direttore di OTI Oncology Italia.
La secchezza vaginale è generata da una serie di cause sia di origine fisiologica, ma talvolta anche psicologica. A prescindere dalla causa, fortunatamente oggi esistono molti rimendi per affrontare e talvolta risolvere questo disturbo. Come sempre un approccio tempestivo e multidisciplinare è fortemente raccomandato e più efficace. Gran parte delle donne che sperimentano questo disturbo è in menopausa: il muco vaginale, particolarmente sensibile al calo delle secrezioni ormonali degli Estrogeni, perde la sua elasticità a causa della riduzione di Collagene e tessuto adiposo. Il fastidio tende ad aumentare con il tempo accompagnato talvolta da irritazioni, bruciore, possibili infezioni e problemi di minzione.
Una diagnosi corretta necessita una visita con uno specialista in ginecologia che sarà in grado di prescrivere il trattamento più indicato in modo personalizzato. In medicina si trova una buona soluzione al problema con la prescrizione di trattamenti ormonali sostitutivi, ma anche attraverso l’uso di trattamenti topici a base di Estradiolo, Acido Ialuronico come ovuli vaginali, gel, anelli e creme specifiche. In alternativa prodotti quali lubrificanti e/o idratanti vaginali a base di Vitamina E possono ridurre i sintomi, ma solo ed esclusivamente temporaneamente, ovvero durante l’utilizzo.
Oltre che dalla menopausa la secchezza vaginale può essere favorita anche da trattamenti chemioterapici o radiologici conseguenti a patologie oncologiche. Può inoltre verificarsi in seguito a patologie autoimmuni.
Dal medico: laser a radiofrequenza
Nei casi più severi, oggi, potrebbe essere indicato anche l’uso del laser a radiofrequenza. Si tratta di trattamenti semplici non invasivi assolutamente privi di effetti collaterali. Per questo tipo di trattamento si raccomanda un protocollo di tre sedute di una decina di minuti eseguite a distanza di 4/6 settimane. I risultati sono davvero confortanti: i dati della letteratura scientifica riportano infatti ottimi risultati nel trattamento dell’atrofia vaginale e un netto miglioramento della lubrificazione di questa area così delicata. L’85% delle donne trattate riporta effetti positivi dopo tre trattamenti (Monalisa Touch). L’effetto del trattamento diminuisce dopo 18/24 mesi per cui si raccomanda un controllo annuale. Il trattamento è ideale per le donne che desiderano un trattamento sicuro e collaudato come alternativa o integrazione al trattamento ormonale.
Nel centro estetico: le formulazioni cosmetiche
Anche il settore dell’estetica professionale si è molto sensibilizzato al tema e si è attivato per creare formulazioni e trattamenti di supporto. Creme, sieri e gel a pH acido a base Acido Ialuronico, Vitamina E, Vitamina C, Bisabololo, estratti di Camomilla, Aloe sono solo alcuni degli attivi presenti nelle formulazioni leggere il cui scopo è quello di favorire un’idratazione profonda quoti[1]diana, riparare i tessuti danneggiati, donare freschezza, preservare il corretto stato di salute del microbiota vulvare e migliorare la compattezza e il tono cutaneo. Per la delicatezza che li contraddistingue, sono dermatologicamente testati e privi di profumo.
I rituali cosmetici
Dagli Stati Uniti inoltre arrivano veri e propri rituali estetici chiamati appunto “Vajacial” destinati ovviamente alla sola area esterna che si concentra sulla zona bikini: nascono principalmente a scopo estetico per migliorare l’aspetto delle zone più nascoste e prevenire irritazione post epilatoria e/o indesiderata follicolite. Essi prevedono una leggera esfoliazione, una maschera super idratante a base di alginati e l’applicazione di un siero lenitivo e/o schiarente. Essendo percorsi studiati per aree così delicate potrebbero diventare dei veri alleati nella gestione della secchezza vaginale ai primi esordi o come supporto a trattamenti più invasivi. A oggi è stato riportato qualche effetto collaterale generato da un’alterazione del pH e conseguente variazione dell’odore corporeo, in questo caso si sconsigliano interventi fai da te, ma un eventuale consulenza medica.