Già altre volte abbiamo sottolineato come bellezza e benessere siano due lati della stessa medaglia, nello stesso modo lo sono Yin e Yang, femminile e maschile, estrogeni e androgeni.
Nello scorso numero di Mabella abbiamo esplorato alcuni aspetti di come in realtà, esattamente come si evidenzia nella famosa rappresentazione dei “due pesci Yin e Yang”, non sia corretto pensare a due opposti, ciascuno con identità propria e autonoma, ma a due forze che continuamente condividono, in posizioni di equilibrio assolutamente dinamico, lo stesso campo: di fatto è l’idea moderna di equilibrio allostatico, idea alla base del paradigma PNEI, il solo che ci permetta di cogliere la complessità della visione d’insieme senza però trascurare il valore di ogni particolare.
Il nostro punto di partenza sarà quindi l’organo pelle, che sappiamo essere un vero e proprio organo neuroendocrino, nonché il protagonista di uno dei sensi più straordinari e al contempo sconosciuti, il tatto, valorizzandone la componente endocrina e le sue condizioni di equilibrio. Ricordiamo infatti che moltissimi sono gli ormoni prodotti a livello cutaneo, ormoni tipicamente regolati da ipofisi e ipotalamo, e questo perché la pelle ha un omologo dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che, ad esempio, produce un ormone di rilascio della corticotropina la quale reagisce con i suoi recettori cutanei, regolando tra l’altro la permeabilità vascolare o la differenziazione dei cheratinociti; inoltre, sempre come esempio, per effetto di fattori stressogeni come le radiazioni ultraviolette, vengono stimolate molte reazioni nei cheratinociti, quali la produzione di eumelanina, proopiomelanocortina (POMC), dopamina e sostanze oppioidi e beta-endorfine.
La ghiandola sebacea poi è target del testosterone che, per effetto della 5-alfa-reduttasi viene ridotto a di-idrotestosterone, metabolita attivo sulla produzione del sebo, contribuendo così a retro-regolare il livello complessivo di ormoni steroidei circolante, quell’equilibrio dinamico tra Femminile e Maschile cui facevamo riferimento in apertura. In che modo un approccio estetico e cosmetico integrato tiene quindi conto di questa complessità, conciliando le esigenze più strettamente fisiologiche e biochimiche con quelle del conseguimento – o del mantenimento – di un diffuso e duraturo stato di benessere?
Un esempio concreto lo troviamo nell’acne.
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