Il makeup luminoso non è tutto uguale. Scopriamo insieme i diversi effetti luce che si possono ottenere.
Quando iniziai ad avvicinarmi al mondo del make-up – parliamo ormai di 20 anni fa, le uniche luci che si potevano usare erano quelle opache, al massimo quelle satinate. Ricordo benissimo le richieste sui set: i fotografi non volevano assolutamente che ci fossero rifrazioni eccessive della luce, tutto doveva essere matte e soprattutto l’occhio attento dell’obiettivo non doveva inquadrare nulla di lucido. Mi fermo oggi a pensare e… mi accorgo di come tutto sia cambiato! Attualmente gli unici prodotti opachi trendy sono quelli per le labbra. In questo segmento, un po’ per esigenze di tenuta, un po’ per tendenza moda, sono molto richieste le cosiddette tinte labbra, ovvero colori ultra pigmentati, waterproof e resistenti per tutta la giornata. Tutto il resto è messo in luce, con una declinazione più green, per un senso di benessere e soprattutto di freschezza. Prima di parlare di come si usa la luce oggi, facciamo un piccolo salto indietro per comprendere le sue trasformazioni. Tutto prende forma intorno agli anni 2014-2015, quando si inizia a parlare contouring (tecnica chiaro-scurale usata per modellare il viso) legata a quella dello strobing. Ma che cosa è lo strobing? Si tratta della tecnica che realizza un contouring solo con l’uso della luce. Questa viene utilizzata sul viso per creare movimento grazie a piccoli tocchi di luce, come se fossero flash. Questo modo di muovere la luce prende ispirazione dalla luce stroboscopica, ovvero una luce a intermittenza capace di illuminare tutto quello che la circonda.
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Negli anni successivi la luce assume riflessi particolari, sembra quasi bagnata. Si ottiene così il trucco a effetto rugiada (dewy) che, grazie alle madreperle, si distingue per grande luminosità. A seguire nel tempo, troviamo il trucco a effetto soft glow. Questa tecnica ha la capacità di ricreare una luce avvolgente, morbida e naturale, effetto bagnato ed è nata per soddisfare le richieste delle celebrities americane, alla ricerca di un make-up dalla luce più morbida ma catalizzante. L’innovazione, la ricerca e la richiesta sempre più pressante dei truccatori sul set porta qualche anno dopo, nel 2020, a creare un illuminante in grado di riprodurre la luce più pura, naturale, nude. Si inizia a parlare di luce effetto fresh nude che, grazie all’uso di madreperle piatte, dona alla pelle una freschezza immediata e rigenerata, donando l’effetto reboot. Arriviamo ai giorni nostri, nei quali la luce è l’elemento esclusivo che definisce un trucco. L’impegno dei più grandi truccatori è di ricreare quella naturale luminosità che la pelle ha, senza farla sembrare artificiale. Si gioca, quindi, con velate trasparenze talvolta colorate, con toni delicati come il rosa o lo champagne, capaci di donare un effetto bonne mine naturale. Nasce il make-up a effetto velvet light, con una luce vellutata, morbida e levigante.
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L’impegno dei più grandi truccatori è di ricreare quella naturale luminosità che la pelle ha, senza farla sembrare artificiale.
Ora non ci rimane che capire a quale zona del viso donare tocchi di luce e con quale accessorio. Facciamo subito una distinzione che vede da una parte le luci compatte, quindi le polveri compatte e dall’altra le luci fluide, quindi i prodotti cremosi a base di gel e oli. Io consiglio di applicare i prodotti asciutti come le polveri, con pennelli preferibilmente di fibre sintetiche a lingua di gatto (flat) e wavy ovvero ondulate, capaci di stendere il prodotto in modo più equilibrato e naturale. Per i prodotti illuminanti fluidi, suggerisco un pennello sempre in fibre sintetiche wavy, ma con una forma delle setole a goccia, per un’applicazione effetto seconda pelle. Per quest’ultima tipologia consiglio di utilizzare anche il polpastrello, perché aiuta a far assestare il prodotto in modo estremamente naturale, con movimenti delicati tamponati.
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