Di Paolo Guatelli
Pratico ma seduttivo, scopriamo insieme caratteristiche e tipologie di eyeliner, suggerendo preziosi consigli per un’applicazione ottimale
Nello scorso numero vi ho spiegato alcune tecniche per valorizzare gli occhi, che possono essere replicate autonomamente in poco tempo da ogni donna, tutti i giorni. Avrete notato che ho escluso l’affascinante argomento dell’eyeliner. È stata una scelta voluta perché volevo dedicare a questo prodotto uno spazio adeguato, come in questo mio nuovo articolo. Innanzitutto facciamo una distinzione tra il significato che questo termine ha in inglese e l’interpretazione che ne viene data in Italia.
Eye liner in inglese vuol dire letteralmente ‘delineatore occhi’ e si riferisce anche alle matite occhi sfumabili. È vero che la funzione moderna dell’eyeliner deriva dall’uso che si faceva del Khol nell’antico Egitto e del Kajal in India, nomi che caratterizzano oggi anche alcune tipologie di matite. In italiano invece, quando parliamo di ‘eye-liner’ o ‘eyeliner’ ci riferiamo ai prodotti che permettono di disegnare sulle palpebre una linea precisa e definita, in genere non sfumabile e nella maggior parte dei casi di colore nero. Ne esistono ormai molte tipologie: la prima versione dell’epoca moderna, nata nei primi anni venti del 900 per il cinema, era in forma compatta, come un ombretto, da utilizzare con un pennellino. La praticità non era ottimale, perché era indispensabile avere sempre a portata di mano un po’ di acqua per inumidire il prodotto prima dell’utilizzo.
A parte qualche caso in cui lo si produce ancora per uso principalmente professionale, oggi questo tipo di eyeliner è stato sostituito da una versione molto più pratica in gel. È confezionato all’interno di un piccolo vasetto richiudibile ermeticamente, è sempre pronto all’uso perché non necessita di essere bagnato, garantisce lunga tenuta e un’ottima resistenza all’acqua. È importante anche il pennello utilizzato per l’applicazione, che non deve essere né troppo flessibile né troppo rigido, meglio molto sottile e tagliato in diagonale per ottenere tratti di spessori differenti.
La versione di eyeliner più diffusa sul mercato è ancora oggi quella liquida, racchiusa in un piccolo flacone, generalmente con l’applicatore incorporato nel tappo. Il design del packaging è vario, parte dal semplice cilindro ad un vero e proprio mini calamaio verticale. È piuttosto comodo perché la punta, che può essere in pelo sintetico, in feltro o in poliuretano, rimane sempre impregnata di prodotto e non c’è rischio che si asciughi.
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Un’ulteriore versione, che solitamente crea reazioni contrastanti tra le consumatrici, è quella a pennarello, molto simile a quello da disegno: all’interno del contenitore plastico è inserita un’anima impregnata di prodotto che termina con una punta, da utilizzare direttamente sugli occhi. Alcune donne lo amano per la praticità e la precisione, altre non lo apprezzano perché dopo qualche utilizzo a volte la punta si intasa e non permette più di ottenere un tratto uniforme come subito dopo l’acquisto.
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Ora passiamo ai miei suggerimenti per un’applicazione ottimale. Innanzitutto assicuratevi sempre che l’area della pelle dove viene applicato l’eyeliner non sia oleosa, perché rischia di venirne condizionata sia la saturazione del colore che la definizione del tratto. Per ottenere una linea sottile, così come ho spiegato per la matita, dovete tendere con un dito la palpebra verticalmente in modo da avvicinarvi il più possibile alle ciglia. Per sollevare lo sguardo, una volta giunti al termine naturale dell’occhio proseguite con il tratto di eyeliner verso l’alto aumentandone allo stesso tempo lo spessore, in modo da creare un angolo che allunghi la forma e allo stesso tempo ne sollevi la linea.