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Beauty revolution

Abbiamo incontrato Gian Andrea Positano, responsabile centro studi cosmetica italia, per parlare del futuro del settore della bellezza; dai canali di vendita, al consumatore, fino ai nuovi trend.

GLI ANNI 2010 – 2020 SONO STATI SICURAMENTE UN’ERA DI PROFONDE TRASFORMAZIONI PER IL SETTORE DELLA BELLEZZA: INGREDIENTI DI ULTIMA GENERAZIONE SVILUPPATI CON ATTENZIONE ALLA SALVAGUARDIA DEL NOSTRO PIANETA, TECNOLOGIA PIÙ AVANZATA E SICURA E UN RAPPORTO CON IL CLIENTE SEMPRE PIÙ ESCLUSIVO E PERSONALIZZATO. IL DECENNIO 2020 – 2030 È INIZIATO CON UNA GRANDE SFIDA. QUALI SONO GLI SCENARI CHE SI SONO APERTI?

La pandemia, è inutile negarlo, impatterà sulla storia del settore cosmetico, dalla produzione, al consumo fino alla comunicazione, per i prossimi 10 anni. Si tratta davvero di un passaggio epocale, una forte accelerazione di quei fenomeni che sono stati presenti nell’ultimo decennio. L’emergenza sanitaria e le reazioni che hanno avuto i consumatori hanno influenzato le nuove abitudini di acquisto, meccanismi che hanno dato vita a un nuovo approccio che segue le tendenze socioeconomiche. Facendo un’analisi più approfondita sul settore dell’estetica professionale, il tema della sostenibilità e dei prodotti a connotazione naturale rivestirà un peso sempre più rilevante e registreremo nei prossimi anni una forte ricerca di tecnologia sofisticata. Per sua natura, l’industria della bellezza in Italia è un comparto dinamico e in continuo movimento, anche perché il nostro Paese rimane leader a livello internazionale, proprio per la sua capacità di flessibilità innovativa e di risposta molto solerte alle nuove esigenze degli utenti. La stessa velocità di cambiamento la vedremo nel consumatore, che già aveva avviato un processo di razionalizzazione legato alla personalizzazione della domanda, a prodotti di nicchia e caratterizzati dalla rapidità di utilizzo, piuttosto che dalla possibilità di differenziarne l’uso dello stesso. Adesso il consumatore ha voglia di riprendere la propria vita e le proprie abitudini per ritornare alla normalità. Quello che oggi possiamo dire è che i consumatori dal 2020 in poi cambieranno atteggiamento, scelte di canale, modalità di acquisto e anche in parte i loro gusti. Adesso il consumatore ha più bisogno di sicurezza che non di prodotti che suscitano emozioni e su questo aspetto si lavorerà molto in termini di offerta. La richiesta è orientata verso un prodotto sicuro, performante, personalizzabile e attento al pianeta.

IN UN CONTESTO SOCIALE IN CONTINUA EVOLUZIONE È FACILE IMMAGINARE CHE NEI PROSSIMI 10 ANNI ASSISTEREMO A UNA CONTAMINAZIONE DI CULTURE DIVERSE ANCHE NEL SETTORE DELLA COSMETICA. QUAL È IL RUOLO DELL’ITALIA OGGI E QUALI SONO LE PROSPETTIVE DEL MADE IN ITALY PER IL FUTURO?

L’auspicio è che l’industria italiana si mantenga dinamica e performante, in quanto il nostro Paese ha delle qualità riconosciute a livello internazionale da tutti gli operatori. Sicuramente, anche a fronte di scenari complessi, le aziende italiane hanno come valore intrinseco la capacità di adattamento e di risposta efficace alle nuove esigenze dei mercati. Non dobbiamo certamente sottovalutare l’effetto della chiusura delle attività produttive e il calo della frequentazione dei punti vendita. Se nei mesi di marzo, aprile e in parte anche maggio 2020 la crisi ha toccato sia i fatturati delle industrie che i valori di sell out, nel mese di giugno abbiamo registrato una ripresa importante. Stimiamo che il settore quest’anno registrerà un calo prossimo al 15% e non sappiamo ancora come reagiranno i mercati, quando nel 2021, dovremo affrontare la presa di conoscenza della crisi socioeconomica, non solo nazionale, ma globale con un reddito pro capite inferiore a quello degli anni precedenti. Per quanto riguarda il consumo di cosmetici, stiamo rilevando uno spostamento verso l’area del benessere e della prevenzione, soprattutto se parliamo di prodotti per l’igiene della persona. In questa prospettiva l’industria della bellezza Made in Italy sarà in grado di adempiere alla richiesta nazionale e internazionale, perché, come abbiamo già potuto verificare nelle settimane di lockdown, la dinamicità e l’innovazione delle nostre aziende hanno permesso di attivare un processo di trasformazione e di adattamento vincente e immeditato. Anche in questo caso, ritengo che il Made in Italy continuerà a essere garanzia di qualità e professionalità.

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OGGI IN ITALIA LE IMPRESE DELLA COSMESI INVESTONO CIRCA IL 7% DEL FATTURATO PER L’INNOVAZIONE E LA TECNOLOGIA. POSSIAMO AFFERMARE CHE QUESTO SARÀ UN DATO IN CRESCITA NEL PROSSIMO DECENNIO? E SE SÌ, QUALI SONO I COMPARTI DELLA BELLEZZA PIÙ ATTIVI E CONSAPEVOLI IN QUESTO SENSO?

Il dato citato è ragguardevole e conferma la forte attitudine delle nostre aziende all’investimento in ricerca e sviluppo. Avremo una percentuale importante, oltre il 90%, di piccole e medie imprese che investiranno parte del fatturato in questa direzione, per proporre qualcosa di nuovo e non semplicemente produrre. Questo perché, nel settore della cosmetica, le imprese hanno capito che devono, per restare sul mercato e ampliare il loro business, offrire prodotti di qualità e innovativi, ma soprattutto essere una filiera in grado di intercettare i cambiamenti, anche all’interno dei canali tradizionali, come in quelli nuovi. Proseguirà il costante investimento in ricerca e innovazione non solo da parte delle aziende che si occupano di produzione, ma anche di quelle che si occupano di distribuzione. Inoltre, vedremo importanti investimenti anche nella comunicazione del cosmetico. Non dimentichiamoci che il nostro settore rappresenta il 40% degli investimenti totali da parte di settori per il largo consumo, in pubblicità e comunicazione mirata e profilata, molto di più della moda. Questo perché la componente di comunicazione si integra perfettamente con il prodotto, anzi, in un momento in cui il consumatore non si accontenta più del prodotto fine a sé stesso, ma privilegia la storia che rappresenta, la narrazione di un’identità e di un’idea legata a un brand e a un sistema produttivo, è un investimento fondamentale e necessario. In questo senso, l’impegno economico da parte delle aziende nella comunicazione per il settore della bellezza, è un’attività imprescindibile e irrinunciabile.

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