Lentamente, come il risveglio da un lungo sonno fatto per lo più di incubi, si ricomincia a pensare al futuro.
Già contiamo le macerie, già contiamo i mille volti protesi verso un futuro di cui non si riescono a ipotizzare i contorni. La morte interiore conta più deceduti di quella fisica ed è più contagiosa. Cosa rimane allora nell’animo e nelle coscienze? Paura, terrore, incapacità a immaginare il domani, senso della vita. Potremo riavvicinarci gli uni agli altri, potremo sentire quella magia che solo un essere umano fa percepire ad un altro con il suo contatto? Per l’umano è importante celebrare la vita e per questo ha bisogno degli altri. Il virus ha fatto un salto di qualità, passando da virus che uccide a virus che inquina la mente e blocca, o forse il Covid-19 è passato attraverso l’addestramento e la coercizione mentale dei media del mainstream? Tutti questi interrogativi ce li siamo posti tutti, ma occorre, al di là di ogni congettura o complottismo, pensare al domani delle nostre professioni.
Rinascere: mettere in crisi i nostri credo assoluti e le abitudini che avevamo prima di questo sconvolgimento – rifare il punto zero nella nostra mente – sembrerà difficile, invece vi accorgerete che, se ci riuscite, vi sentirete alleggeriti, con nuova energia, perchè i vecchi modi fanno zavorra al volo dell’intelligenza. È necessario riprendere in mano tutto il potenziale intelligente in nostra dote, cancellare questo meme o virus che circola nelle menti di tutto il mondo, il quale ci ha globalizzato e disumanizzato in un unico pensiero. Il virus, soprattutto quello della mente non è reale, è un parassita che alloggia in un vivente. Il mondo dell’estetica, diventato ormai la mia seconda casa professionale, è quello che con le sue varie applicazioni si interroga con fondato timore.
Nei periodi difficili c’è sempre una selezione e anche questa tragedia non farà eccezione: bisognerà alzare la qualità del servizio, ma soprattutto avere delle professioniste preparate “dentro”. Bisognerà riscoprire il valore e il potenziale che è proprio del sé autentico o Anima o InSè, che non è un concetto o un’astrazione filosofica, ma è il quanto ci fa esistere qui e adesso. Si aprirà un’era dove sarà sempre più importante il valore dell’intelligenza più che quello dei mezzi a disposizione; chi avrà più consapevolezza sarà destinato a vincere. Ormai si ha quasi vergogna a parlare di questo, e invece proprio nell’InSè è contenuta la nostra sicurezza, l’elemento creativo dell’umano e in esso è pure possibile la fuoriuscita dalle paure. Il primo sentimento che assale tutti è la paura. Paura di sé stesse e paura del cliente che entra nel centro: l’instaurarsi di un rapporto non più caldo, umano, ma basato sulla reciproca paura di essere o subire l’untore, la paura di ammalarsi o di essere veicolo del male. La paura è determinata dalla distanza che intercorre fra la nostra mente e la percezi
one del nostro Sé autentico. Quando abbiamo paura significa che abbiamo perso il contatto, la connessione cosciente. Qualsiasi virus della mente ha la funzione di distrarci dal nostro potere sacro. Useremo ancora le mascherine, i guanti? Se ci diranno di farlo lo faremo, ma non ENTRIAMO nella parte, non identifichiamoci nella paura, perché se ci crediamo la paura continuerà ad albergare dentro di noi e ne diventeremo semplicemente oggetti.
Come superare la paura? Difficile dare consigli. In ogni caso la cosa più importante da fare è quella di rientrare nella percezione olistica del corpo, ovvero sentire il corpo come percezione empatica, tutto insieme e non per parti.
Quando si parla di intelligenza emotiva, di empatia, si intende proprio questo: usare il criterio del cosiddetto cervello nella pancia, espressione volgare per intendere che la nostra migliore intelligenza deve connettersi con tutto l’apparato viscero-tonico, perché è da lì che si percepiscono le variazioni interne, le emozioni, mentre viviamo il mondo, le cose, le persone. È fondamentale mettersi in ascolto del cervello viscerale, in particolar modo quando siete immerse nella vostra attività, ma è necessario farlo quando impattate emotivamente il cliente. Può darsi che arrivi una sensazione piacevole oppure qualcosa che vi spinge a chiudervi in voi. Rimanete fedeli a ciò che avete percepito all’inizio. Il criterio viscero-tonico non vi farà mai sbagliare, inoltre l’essere costantemente “in contatto” ristabilirà l’ordine di natura presente in ciascun essere umano, determinerà il potenziamento delle difese immunitarie, agevolerà la vostra intuizione e il vostro problem solving.
Quindi non solo pensieri positivi, ma azioni funzionali che determinano il pensiero positivo. Se stiamo bene potremo gestire la nostra azione in tutta tranquillità anche dopo questo tsunami. Quindi il consiglio è quello di fare molta formazione sulla propria interiorità, poiché quel sé più profondo che siamo trova sempre l’ottimale in qualsiasi situazione.
Buona Rinascita!!