di Umberto Borellini
Le formulazioni dermocosmetiche per contrastare le macchie sono numerose. Al Congresso Mondiale di Dermatologia, svoltosi a Milano dal 14 al 16 giugno scorso, erano presenti prodotti promettenti. Poi come per tutti gli inestetismi l’approccio curativo è multifattoriale
In una società in cui l’aspettativa di vita è sensibilmente aumentata, le iperpigmentazioni cutanee costituiscono un serio problema e riguardano molte persone. Non sono soltanto correlate all’invecchiamento, le anomalie da iperpigmentazione possono essere attribuite a fattori di varia natura, come l’esposizione solare senza precauzioni protettive, l’assunzione di alcuni farmaci, la gravidanza, le allergie alimentari, l’impiego di sostanze fotosensibilizzanti e, non ultimo, l’inquinamento ambientale.
Recenti studi hanno dimostrato che gli squilibri melaninici variano a seconda della loro tipologia;
- le efelidi o lentiggini, presenti sin dalla nascita, sono dovute a una iperattività della melanina e possono essere considerate genetiche.
- Il cloasma, che compare sul viso dal secondo mese di gravidanza o quando si prende la pillola contraccettiva, sarebbe determinato da modificazioni ormonali che provocano una stimolazione locale dei melanociti.
- Le macchie senili sono provocate da un altro tipo di funzione. Per effetto di una forma di degenerazione cutanea ancora poco chiara, ma si accumula in ammassi che formano le famigerate macchie. In altre zone invece, scompare completamente lasciando delle macchioline bianche a forma di stella.
Le strategie depigmentanti
Rinforzare la prevenzione: i raggi UV e in particolare gli UVA influiscono moltissimo sulla formazione di melanina. Quindi è opportuno proteggere la pelle costantemente e in particolare nelle aree sensibili. Favorire la desquamazione: il processo di desquamazione consente di eliminare la melanina contenuta negli strati superiori dell’epidermide, e quindi di schiarire le macchie per asportazione del pigmento superficiale. È uno dei principali meccanismi d’azione degli AHA (Alfa-IdrossiAcidi). Limitare l’ossidazione perché è causa di tutti i fenomeni di iperpigmentazione. Perciò bisogna ridurla al massimo mediante sostanze anti-radicaliche. Inibire la melanogenesi: la tirosinasi è un enzima che partecipa alla sintesi della melanina a partire dalla tiroxina. Inibendo questo processo si tenta di limitare la produzione di melanina.
Le principali sostanze schiarenti impiegate in cosmesi nel trattamento delle ipercromie sono: Alfa-Idrossiacidi (A.H.A.): lo studio dei processi di rinnovamento cellulare epidermico ha messo in evidenza che gli Alfa-Idrossiacidi, se inseriti nei cosmetici in percentuali superiori al 10%, intervengono aumentando il turn-over dello strato corneo consentendo di rallentare l’ipercheratinizzazione. L’eliminazione delle cellule superficiali aumenta la luminosità della pelle e conferisce un effetto schiarente in tal senso. Non agiscono, però, a livello dei melanociti, quindi schiariscono solo le macchie più superficiali. Il più usato è l’Acido Glicolico.
Arbutina o Arbutoside si estrae dal Corbezzolo ( Arbutus unedo ) o dall’Uva Ursina ( Arctostaphylos Uva ursi); rappresenta chimicamente il glucoside di origine naturale dell’Idrochinone.
Acido Cogico è un’altra molecola che deriva dal mondo vegetale. Inizialmente si otteneva dalla crusca di Riso, oggi si produce attraverso processi biotecnologici da Aspergillus oryzae e dal Theobroma cacao. Agisce inibendo l’enzima tirosinasi, rallentando quindi la melanogenesi, con un meccanismo di chelazione degli ioni rame ed è in grado di scomporre un parte anche la melanina già formata. Svolge inoltre attività antiossidante ed è quindi considerata una molecola anti-invecchiamento.
Niacinamide, una vitamina idrosolubile appartenente al gruppo B è in grado di inibire il trasferimento dei melanosomi dai melanociti ai cheratinociti, svolgendo un’azione sicura ed efficace.
Acido Ascorbico o vitamina C, mostra effetti inibenti sulla biosintesi della melanina. Però a causa dell’instabilità dell’Acido Ascorbico in soluzione acquosa e della sua facile degradabilità in presenza di ossigeno, nei cosmetici si utilizzano i derivati più stabili come il Magnesio e/o il Sodio Ascorbil Fosfato che agiscono liberando l’acido corrispondente, oppure si incapsula l’Acido Ascorbico tal quale nel sottotappo di un flaconcino che, sottopressione, può rilasciare la vitamina estemporaneamente, evitando così l’ossidazione. E poi la Vitamina C, soprattutto quella in percentuale superiore al 20% con pH inferiore al 3,5, dona una luminosità cutanea realmente notevole.
Flavonoidi: ottenuti dall’estratto liposolubile di Liquirizia ( Glycyrrhiza glabra ) oppure dalla classica Camomilla ( Matricaria chamomilla ) ricca di Apigenina, hanno azione schiarente.
Mandarino giapponese ( Citrus Unshiu ), promuove, in vivo e in vitro, una notevole azione sbiancante con doppio meccanismo di azione: diminuzione della produzione di melanina; repressione genica dell’attività tirosinasica.
Acido Azelaico può esercitare un’inibizione competitiva sugli enzimi coinvolti in reazioni di ossidazione della tirosina e quindi produrre un effetto depigmentante.
Diacetil Boldina (DAB) è un’antagonista dei recettori α1-adrenergici e un regolatore di flusso di Ca2+ nei melanociti e nei cheratinociti. Come risultato finale, la DAB produce la stabilizzazione della tirosinasi in forma inattiva non fosforilata. Va notato che questo meccanismo d’azione è inusuale tra le sostanze depigmentanti, giacché la tirosinasi non risulta direttamente inibita, ma rimane stabile nella sua forma inattiva.
Verbasco Tasso è un fiore straordinario che contiene un fitocomplesso con proprietà luminescenti…insomma meno macchie e piu’ luce!