di Umberto Borellini
Le statistiche lo confermano, gli uomini utilizzano e acquistano sempre più cosmetici. Peccato che commercialmente se ne avvantaggi la sola GDO, dove l’acquirente maschio, ancora un po’ timido e vergognoso, butta nel carrello i suoi acquisti in modalità clandestina.
Peccato, poiché l’estetista potrebbe invece suggerire i prodotti migliori, i più adatti ad un tipo di pelle e un tipo di personalità, molto diverse da quelle delle sue abituali clienti femmine. Anche nella scelta di un profumo. Perché no? Dove è scritto che i profumi debbano essere acquistati soltanto in profumeria?
30 anni fa regnava l’uomo che non doveva chiedere mai, oggi invece la cura personale è un atteggiamento comune agli uomini e alle donne e ciò introduce importanti trasformazioni culturali che vanno considerate. I concetti stessi di femminilità e mascolinità assumono infatti, in questo modo, significati più sfumati, tanto che anche nell’uomo emerge l’interesse per aspetti estetici a lungo ignorati, portando ad una sorta di contaminazione tra l’universo maschile e quello femminile, e una netta attenuazione della contrapposizione fra i sessi.
Possiamo quindi sostenere che in questi ultimi anni vi è stata un’evoluzione del ruolo maschile verso una maggiore assunzione delle sue parti femminili, lungo un percorso che possiamo definire senza indugio “femminilizzazione”.
Dunque il moderno “Homo cosmeticus” può avvalersi anche di supporti cosmetici veramente efficaci, anche se il più forte aiuto gli può arrivare dalla scelta di un profumo giusto che, con note calde e suadenti, può anticipare la sua forza seduttiva.
Come ben sapeva Giacomo Casanova, che la definiva l’”arma fine di mondo” e che, prima di incontrarsi con una dama, non mancava di spruzzarsi addosso e sul fazzoletto il profumo di Verbena. Riposto il fazzoletto nella manica, iniziava a sventolare con non-chalance luciferina quel fazzoletto odoroso di virilità sotto il naso della sua amata, che a tanto si ritrovava invariabilmente spersa in un deliquio di libidine soavissima…
L’esempio di Casanova serve a capire il potere legante degli odori e dei profumi, che, raggiunti i centri olfattivi reagiscono all’istante ai feromoni della persona che incontra (quasi sempre inconsciamente), ma se questo bouquet di ingredienti eccitanti non è quello giusto, quasi sicuramente non scatterà l’alchimia, e il desiderio si spegnerà, indipendentemente dall’aspetto della persona che si ha di fronte. Due individui si “incontrano” quando anche i loro odori vanno d’accordo, esprimono piacere ed accettazione reciproca.
E lo sanno anche le case profumiere che, oltre ad ingaggiare i migliori ‘’nasi’’ per selezionare accordi profumati seducenti e avvolgenti, si affidano a designer specializzati che studiano forme particolari di flaconi. Quelli maschili riportano spesso o a immagini di mascolinità, o di dettagli femminili subliminali, ma al di là di questo, a mio parere l’estetista 2020, in questo presente ormai definito Neuroestetico, potrebbe anche diventare una mediatrice di note seduttive.
Quindi, non solo detergenti più dermopurificanti (la pelle dell’uomo produce più sebo), sieri lenitivi e idratanti (l’uomo che si rade subisce quotidianamente stress meccanici attraverso il rasoio), maschere rigeneranti anti fatica e prodotti per il contorno occhi (l’uomo detesta borse e occhiaie)…ma la vera beauty routine deve concludersi con l’indossare la fragranza che più si adatta alla sua personalità.
Atavicamente, l’uomo è profondamente legato alla terra e dato che il cervello seleziona costantemente, attraverso l’olfatto, le sostanze benefiche da quelle pericolose, le note che ricordano le terre sono sempre molto apprezzate. In particolare le note di boschi, erbe e muschi (es note fougere che ricordano la felce) che albergano nelle zone limbiche del cervello maschile. E l’occasione è quotidiana poiché after shave, eau de toilette e deodorante, non mancano mai nel beauty case dell’uomo del 2020 D.C.