Un approccio olistico alla bellezza, una passione per la dermocosmesi, e le unghie? Una grande opportunità e un grande divertimento. Ne parliamo con Fabio Berchi, General Manager di Sifarma
Un percorso imprenditoriale che affonda le radici nel settore farmaceutico. Una storia di famiglia, che ha dato vita a un’azienda che oggi è una delle realtà di riferimento nel settore estetico e dermatologico. Ce ne parla?
La nostra realtà nasce nel 1989 dalla passione per la dermocosmesi e dalla convinzione che la bellezza non è solo un fatto esteriore ma sia prima di tutto benessere.
Da una parte un approccio olistico, dall’altra la concretezza degli elementi scientifici tipici di un’azienda farmaceutica. Con questa filosofia abbiamo costruito le basi di Sifarma. Siamo una famiglia di farmacisti e abbiamo percorso quella che ritenevamo fosse la sola strada praticabile. La formazione tecnico – scientifica, infatti, ha influenzato e influenza tuttora il nostro lavoro.
Quali sono state le tappe importanti della vostra azienda?
Abbiamo cominciato con la distribuzione di prodotti farmaceutici e nel 1990, abbiamo debuttato con quella dei cosmetici, selezionando la casa francese Pier Augè, brand al quale nel 1995 abbiamo affiancato il prestigioso marchio Decléor, che fa parte del gruppo multinazionale l’Oreal.
Dal 2004 il nostro paniere si è arricchito con Payot, e nel 2009 con la linea cosmetica Marbert. Ultima arrivata, nel gennaio 2014, OPI, marchio americano appartenente a Coty, leader nella cura delle unghie e delle mani. Dopo l’acquisizione di Canova nel 1998, abbiamo ampliato ulteriormente il portafoglio dei nostri marchi con l’acquisizione di Dermatrophine e Pergam.
Nel 2015, infine, ha preso vita la nuova linea Dermatrophine Pro, dedicata al canale dell’estetica professionale.
Oggi la nostra società genera un business che per il 50% riguarda prodotti in distribuzione e per il restante 50% prodotti di nostra proprietà, divisi tra quelli dedicati al settore farmaceutico (40%) e quelli per l’estetica professionale (60%).
Quanto conta per lei la passione nel lavoro?
Moltissimo. La passione è il motore fondamentale di tutto, senza la passione esisterebbero solo doveri, che non piacciono a nessuno. Passiamo più o meno 12 ore al giorno al lavoro e se non riusciamo a metterci passione vuole dire che stiamo buttando via la nostra vita.
Come è cambiato nel tempo il comportamento del consumatore dei prodotti e dei trattamenti di bellezza? E come è mutato il rapporto dell’estetista nei confronti del proprio cliente?
Durante una lezione presso l’università L.I.U.C. di Castellanza ho affrontato il tema dell’evoluzione del consumatore e del canale estetico. Oggi assistiamo a nuove dinamiche e dobbiamo cercare di interpretare le esigenze dell’utente finale stabilendo corretti equilibri, perché per fare la differenza, quello che conta oggi è la customer experience. Fino a 25 anni fa dal parrucchiere, in profumeria e nel centro estetico, si trovavano prodotti e servizi che caratterizzavano fortemente la professione.
Oggi, è cambiato tutto: la profumeria che rappresentava il 35% del mercato, oggi lo copre per il 20% (si è aperta a tutti quei brand più consumer e sono nate le catene), la farmacia che aveva solo l’8%, è passata al 20%. E i parrucchieri e i centri estetici risentono del fatto che si sia allargata la pletora dei canali di vendita dei prodotti.
La consumatrice/consumatore, invece, ha molta più consapevolezza, sceglie prodotti di marca che siano performanti e sicuri per la sua salute e allo stesso tempo ricerca un’esperienza. Ebbene credo che sia proprio su questo punto che l’estetista possa fare la differenza, ma deve essere preparata e “cambiare marcia”.
Nel vostro sito leggiamo che “l’obiettivo in ogni canale di distribuzione è dare risposte ai bisogni e al benessere dei consumatori” come si traduce nel concreto?
Noi abbiamo la fortuna di lavorare in due settori importanti come quello farmaceutico e dell’estetica professionale dove il servizio proposto ha ancora un grande valore: in farmacia è legato al medico farmacista, all’interno del centro estetico direttamente alla figura professionale dell’estetista che deve comprendere le esigenze della cliente e proporre il trattamento adeguato in grado di dare risultati tangibili.
Siamo abituati quindi a rapportarci con due figure professionali molto esigenti, in termini di rapporto con l’azienda, in quanto non si aspettano solo un prodotto, ma nel caso dell’estetista anche un metodo che permetta di utilizzare il protocollo in maniera corretta, mentre nel caso del farmacista un prodotto efficace che risolva un problema reale della pelle.
In un’intervista ha affermato che i vostri cosmetici sono frutto di ricerca scientifica ma anche di un interscambio tra l’azienda e l’estetista. Un approccio molto interessante che ci piacerebbe conoscere.
Noi abbiamo due linee cosmetiche, una è Canova che proponiamo al settore farmaceutico, una linea che nasce dall’esperienza e dalla stretta relazione con i dermatologi, con i quali ci scambiamo informazioni, bisogni e aggiornamenti.
Lo stesso principio lo applichiamo anche nel settore dell’estetica professionale. La nostra linea Dermatrophine, ma anche quelle che abbiamo in distribuzione, sono tutte studiate e pensate apprendendo e conoscendo le necessità dell’estetista.
Amiamo definirci fornitori di strumenti di lavoro per le estetiste poiché riusciamo ad andare oltre alla relazione di puro commercio, supportandoci a vicenda.
E il settore nail? Cosa rappresenta oggi per Sifarma?
Una grande opportunità e un grandissimo divertimento!
Il segmento delle unghie in questi anni è sicuramente stato il più ecclettico, ma anche il più performante.
Da una parte abbiamo assistito alla nascita di moltissimi centri nails specializzati, dall’altra è sempre più frequente leggere di trattamenti per le unghie, nei menu di bellezza dei centri estetici.
Nel tempo c’è stata anche una decisa evoluzione dei prodotti e un prefigurarsi di nuovi servizi per l’utente finale e in questo senso vedo per il comparto una grande un’opportunità.
Come dicevo, occuparsi di unghie è anche divertente: noi oggi siamo in grado di regalare a una donna un tocco di colore su una superficie che è meno del 2% del suo corpo e che può cambiare aspetto in pochissimo tempo. Trovo che sia una cosa bellissima, un piccolo e gratificante lusso accessibile a tutte.
Sempre rimanendo nel mondo delle unghie ci sono due temi fondamentali: la formazione e il riconoscimento della figura dell’onicotecnica. Un suo parere in proposito
Per fare trattamenti nails bisogna essere formati. L’applicazione di uno smalto e la perfetta applicazione di uno smalto, sono due cose completamente diverse.
Parliamo di utilizzare prodotti chimici che vengono polimerizzati all’aria o alla luce o con l’aiuto di additivi e quindi è fondamentale la competenza, la sicurezza, ma anche un corretto uso degli strumenti.
Sono dell’idea che la figura dell’onicotecnica debba essere riconosciuta per eliminare due fattori negativi che indeboliscono il settore: la poca competenza e l’abusivismo.
Questo mercato ha un grande potenziale di crescita e dobbiamo lavorare perché lo sviluppo sia gratificante e proficuo per tutti coloro che seriamente si impegnano per elevare la propria professionalità e per offrire al proprio cliente un servizio migliore.
a cura di Rosanna Bassi